SAW V – David Hackl (2008)
Nuovo regista David Hackl, al lavoro con gli sceneggiatori dell’episodio precedente.
Questa volta però si torna alle atmosfere del primo capitolo, non più intreccio di varie vittime “solitarie” ma un gruppetto di personaggi (legati da un passato torbido) che deve affrontare delle prove collettive la cui soluzione prevede la perdita della vita di uno fra di loro.
Parallelamente abbiamo la storia di Peter Strahm, replica di quella di Daniel Rigg in Saw IV, alla ricerca del nuovo Enigmista, il detective Mark Hoffmann. Come il collega, anche Strahm si lascia intrappolare nel gioco voluto dal machiavellico sostituto di Kramer che riesce a ribaltare la situazione a suo favore.
Le due storie si alternano e in qualche modo si uniscono nel finale, ma gli autori non riescono a dare unità al tutto e a noi pare sempre di assistere a due pellicole diverse, una horror, replica del capitolo I, ed una di detection imparentata al capitolo IV.
Niente di nuovo e divertimento al minimo anche come gore, anche se la prova finale, in cui per salvarsi i due sopravvissuti del gruppetto di cui sopra sono costretti a farsi segare in due le braccia per ottenere una quantità di sangue sufficiente a far scattare il meccanismo per la salvezza, è disgustosamente notevole!
Il finale ed una misteriosa scatola lasciata in eredità da Kramer all’ex-moglie Jill, preannunciano un seguito più interessante che, giustamente, è stato tolto dalle mani del negativo Hackl.
Episodio caratterizzato dalle fake brand come la rivista NEW MERCURY, in copertina della quale troviamo la notizia della morte di Saw, e la clinica HOMEWARD BOUND CLINIC.
Abbiamo anche una contro pubblicità ai danni dell’HERALD definito giornalaccio di gossip, mentre sul piano del product placement reale abbiamo i soliti registratori PANASONIC e la solita ambientazione a Toronto che sta diventando a tutti gli effetti la dependence di Hollywood, come lo fu l’Italia negli anni settanta.