Campione assoluto di incassi (riuscirà ad intaccare il risultato italiano di Avatar?) per la seconda settimana di seguito (la prima ha dato origine ad un'isteria per la caccia al biglietto) questo Harry Potter e i Doni della Morte - parte 1. Settimo capitolo della dorata (per incassi) saga cinematografica basata sui romanzi di J.K.Rowling, diretto da David Yates, già veterano della saga potteriana cinematografica avendo già diretto i precedenti L'ordine della fenice (2007) e Il Principe Mezzosangue (2009). Il film è in assoluto il più oscuro, tetro e violento della saga, e per questo ci piace molto. Addirittura, strizza l'occhio a volte per atmosfere e costumi alla saga vampiresca di Twilight (i cacciatori di mezzosangue vestiti quasi da vampiri e/o gothic rockers che corrono nei boschi in caccia). Abbandonati i toni fanciulleschi degli esordi, ed il piglio adolescenziale degli episodi "intermedi", questa prima parte del capitolo conclusivo "adulto" della saga di Harry Potter è più simile ad un film di guerra (è scandito dalla radio che da giornalmente i nomi dei caduti) a tinte horror, scelta piuttosto coraggiosa. Novità assoluta per la saga è il fatto che parecchia dell'azione del film si sposta nel mondo reale, il nostro (quello dei "babbani"), in quanto Potter ed amici sono ormai braccati in tutto il mondo magico da Lord Voldemort ed i suoi, che hanno preso il potere al Ministero della Magia ed hanno dato il via ad un regime oppressivo che ricorda nemmeno tanto velatamente il III Reich nazista, con tanto di discriminazione dei "mezzosangue" e ricca propaganda riguardo la "purezza della razza" ed il posto che compete ai babbani (schiacciati dai maghi). In effetti la fuga dei protagonisti e la latitanza nelle foreste della Scozia ricorda molto la resistenza contro l'occupazione nazista in Europa. La cosa interessante è che le numerose scene che si svolgono nel nostro mondo (anch'esso sempre plumbeo e tetro peraltro) ci permettono anche di assistere un paio di product placement legati alle locations dove è stato girato il film. Sfuggiti dal mondo magico e rimaterializzati nel bel mezzo di una moderna città inglese, Harry e i suoi rischiano di essere investiti da un tipico autobus britannico a due piani nel bel mezzo di una trafficata piazza illuminata da luci notturne ed insegne al neon, tra cui spiccano decisamente quelle di Samsung e di Sanyo. E c'è poi un location placement del Regno Unito, dato le bellissime scene di esterni girate durante la fuga in panorami assolutamente suggestivi, quali le Highlands scozzesi (le scene nei boschi sono state girate quasi tutte in Scozia) e le coste inglesi, che danno un interessante spaccato delle possibilità turistiche delle isole britanniche. Il film mantiene come sua costante sempre una fotografia oscura e crepuscolare, che però è controbilanciata da tramonti su paesaggi (nel mondo reale) mozzafiato e location che ci han ricordato non poco il viaggio della Compagnia dell'Anello in Lord of the Rings. Come ampiamente annunciato, questo settimo capitolo non è risolutivo, e sebbene vi siano combattimenti sanguinosi e caduti per ambo le fazioni il confronto finale, l'Armageddon magico, è rimandato alla Parte 2 in uscita il prossimo anno. Chiude il film un Voldemort inebriato e scagliante raggi di potere magico verdognolo, che ha messo le mani su uno dei Doni della Morte del titolo che gli potrebbero garantire la vittoria sull'odiato Harry Potter.