PARANORMAL ACTIVITY 2 – Tod Williams (2010)
Ci accingiamo a vedere questo secondo capitolo di Paranormal Activity con la consapevolezza di doverci ancora una volta sorbire un POV (point of view), cioè un film girato in soggettiva o comunque ripreso da videocamere di sicurezza, con il rischio del giramento di testa che solitamente mi causa il continuo traballare della HDV. Ma ormai dobbiamo arrenderci all’evidenza, il POV ormai è un genere a se stante e dobbiamo farci i conti.
Questo P.A.2, si tratta in realtà di un prequel. Mentre il primo si svolgeva nella casa di Katie e Micah, questa volta ci troviamo in quella, lussuosissima con piscina, della sorella di lei, e gli avvenimenti che accadono avvengono prima della morte di Micah avvenuta nel finale del primo film.
Non sto a dilungarmi troppo sulla trama che non differisce molto da quella del suo predecessore, basti sapere che stavolta la famiglia non è composta solo da due persone, ma da un padre, una madre, una figlia adolescente, un bambino e la donna di servizio ispanica e contiene la spiegazione degli avvenimenti che è da ricercarsi nel passato delle due sorelle.
La videocamera a mano, per fortuna, è usata pochissimo e più che altro gli avvenimenti vengono registrati da quelle fisse poste in ogni stanza dal padrone di casa dopo che la famiglia ha subito quella che sembra una visita di ladri che hanno devastato la magione.
Questo moltiplicarsi di punti di vista differenzia P.A.2 da P.A.1, infatti nel primo il budget ridotto, l’unica videcamera, la coppia che vive in un’appartamento piuttosto piccolo e la conseguente limitatezza di luoghi e soggetti dava un senso quasi underground al film. Questa volta la staticità e la ripetività delle immagini unita al passaggio continuo da una stanza all’altra provoca invece la noia che potrebbe derivare da un incrocio di Michael Snow con il Grande Fratello, interrotta soltanto dai soliti sbattimenti di porta e cader di pentole.
Restiamo per un’ora nel totale scetticismo sulla possibilità di veder qualcosa di buono mentre spiamo la vita della famigliola tra un breakfast con latte e CHEERIOS e una bevuta di BUD ai bordi della piscina. Abbiamo lo stesso scetticismo del capofamiglia davanti agli avvenimenti che accadono nella casa e che per lui (al contrario che per le sue donne) hanno sempre una spiegazione logica.
Ma come il protagonista di PA2 si dovrà ricredere ed arrendersi all’evidenza del soprannaturale, anche noi nel finale, quando gli avvenimenti esplodono finendo dalle parti dell’Esorcista, vengono a coincidere temporalmente con quelli del primo e poi diventano un sequel dello stesso, dobbiamo leggermente modificare il giudizio. Infatti un tanto di inquietudine comincia ad insinuarsi in noi e alcune soluzioni di regia (tipo quando la videocamera a mano cade a terra e ci restituisce una ripresa capovolta di padre e figlio) non sono affatto male. Come la violenta scena finale che si scatena con il sottofondo dello spot televisivo del Warehouse CABINETS TO GO.
Le urla dei ragazzini alle mie spalle mi fanno capire che il pubblico non resta indifferente a quanto succede sullo schermo che ora non è poi così “poco” , e questo penso sia lo scopo del film (e di tutti i film, immagino).
Nota finale, il protagonista gestisce una filiale di BURGER KING e infatti in una scena viene così apostrofato da Micah (ancora vivo): “sono andato da BURGER KING e ho fatto il tuo nome ma non mi hanno fatto nessuno sconto” e la risposta della moglie: “ma se vai in un altro BURGER KING non lo conosco certo, non è mica il signor KING in persona!”