Fra i blockbuster americani nel 2008 ce n'è stato uno particolarmente importante per i nostri studi sul product placement: 21. Tratto da una storia vera, il film parla di un ragazzo genio che frequenta il MIT con la speranza di poter accedere ad Harvard.
Non avendo i soldi decide di accettare l'offerta di un suo professore e di entrare in una gang di geni che sotto false identità passa i week-end a Las Vegas cercando di vincere più soldi possibili contando in gruppo le carte ai tavoli di black jack. Le cose funzionano e vanno molto bene finchè due dei ragazzi esplodono (prima uno e poi l'altro) travolti dalla ricchezza facile e riescono a far fallire il piano. Per di più la sicurezza dei casinò non sta certo a guardare e così presto arriva la disfatta. Ma, prima di andare in pensione, la gang decide di fare un ultimo "colpo".
Film furbo che cerca di insinuarsi nel filone azione, commedia, truffe sul genere Ocean's eleven. La cosa però riesce solo a metà, e il film risulta gradevole ma non così entusiasmante, anche perchè i colpi di scena finale sono tutti abbastanza prevedibili. Tanto il product placement (oltre ai location placement del solito Las Vegas e di tutti i casinò ad esso collegati con scene dal Planet Hollywood Resort e Casinò, dal Palm e dal Riviera e Paris) con tutto quello che possono permettersi con i soldi (abiti Gucci, intimo La Perla, borse Louis Vuitton).
Ma perchè il Real Remake?.
Il più bel product placement è sicuramente quello di Google.
Il professor Micky Rosa prende Ben in squadra perchè uno del gruppo (Jimmy) è stato assunto da Google. Domanda: "Ma se si facevano tanti soldi perchè ha accettato?" Risposta: "Ho detto Google, non Burger A" (nell'originale era Sizzler, catena di fast food realmente esistente). Bellissimo product placement verbale che gioca su tutto quello che sappiamo dell'azienda di Moutain View. Prima di accetare Ben stava lavorando, con altri due amici geni, ad una macchina che si guida da sola.
E' notizia di oggi che la sperimentazione di Google è già in fase avanzata e che entro otto anni le prime macchine saranno in commercio. Che i tre amici una volta smesso di giocare a carte siano stati anche loro presi da Google?