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4 Ottobre 2010 - 00:53

Crisis Communication

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Con le orchidee
Crisis Communication

Redazionale JMN dopo l’ultimo apparso su Dy’s Chronicles qualche mese fa. Stavolta è più forte di noi, e ci tocca farla. Riteniamo di doverVi, cari lettori, 3 premesse, visto che ci teniamo alla Vostra considerazione e al rispetto della nostra linea editoriale rispettosa e pacata.

Premessa 1:  non è il nostro lavoro e quindi non citeremo i protagonisti dell’articolo. Potrebbero essere qualsiasi politico italiano. I nomi metteteli voi, visto che siete lettori intelligenti: potete pescare alla rinfusa ed in maniera totalmente bipartisan fra Silvio Berlusconi, Massimo D’Alema, Gianfranco Fini, Rosy Bindi, Pier Luigi Bersani, Piero Fassino, Antonio Di Pietro,  Umberto Bossi,  Francesco Rutelli, Pieferdinando Casini e così via. Ovviamente i nomi ce li mettete voi, noi abbiamo lasciato gli spazi in bianco. Così, nel caso ci torturassero, non potremmo fare nomi.
 
Premessa 2:  La JMN & DY srl è sempre stata apartitica e apolitica (così come tutte le declinazioni Dy’s)  e quindi questo redazionale Vi racconterà un po’ di ipotesi rimanendo completamente neutrale dal punto di vista politico. Anche se potreste avere il sospetto che così non sia, state tranquilli: è proprio così.
 
Premessa 3:  Veniamo dalla scuola dei 1000 occhi di Trieste (scuola Germani/Ghezzi/Giusti e così via): ogni girato diventa filmico e quindi degno di essere analizzato e studiato come fosse un film. In più veniamo dalla scuola dell’Associazione per il Product Placement  che ci obbliga ad analizzare tutte le forme occulte e palesi di comunicazione. Detto questo, comunque la pensiate il redazionale Dy’s News Zero può cominciare.
 
Jekyll 2, 1-19
Nel mio primo libro ho già trattato, o Brandofilo, di tutto quello che feci ed insegnai dal principio fino al giorno in cui decisi di dedicare la mia vita al Product Placement e di donarlo agli uomini dell’Italica Terra.
Ma prima di allora nella scelta del percorso/studio da seguire, durante la mia carriera universitaria tre furono i filoni scelti per la possibile tesi di laurea. Connessioni fra Sesso e Sport nella Pubblicità in occasione dei mondiali di calcio del 1998 (ed erano veramente tante), Crisis Communication e Product Placement. Vinse la singolar tenzone il Product Placement con tutto quello che alla fine si è sviluppato, ma, nonostante tutto un po’ mi spiace non aver continuato quell’altra passione, adesso, magari, invece che lavorare per la JMN & DY lavorerei per i servizi segreti. O forse no faccio, ma non ve lo direi. 

Sto parlando ovviamente della Crisis Communication, cioè della comunicazione in tempo di crisi. 
E’ una materia di scuola per le aziende: se un’azienda, nel corso della sua vita, si trova per colpa o per caso, al centro di un qualche scandalo (senza fare nomi, per acqua contaminata, coloranti avvelenati, sfruttamento della mano d’opera minorile, leggende/verità sugli estrogeni o perché ha provocato il più grosso disastro ambientale oceanico della storia) deve comunque tentare di comunicare. La storia ha insegnato che la via da seguire è una sola: AMMETTERE LA COLPA, TROVARE UN CAPRO ESPIATORIO, RISOLVERE IL PROBLEMA, COMUNICARLO.  
Questo fanno le aziende, ma non sempre la Crisis si sviluppa così.
Molto più spesso il compito è quella di sviare l’opinione pubblica dal problema e di convogliarli su altro. Durante la fase preparatoria dei miei studi mi trovai ad analizzare un evento funesto (ormai vi ho detto la data) nel quale servì una “doppia Crisis”. Da una parte la difficoltà di una comunicazione ufficiale (descritta poi in uno splendido film), dall’altra però il complesso, morte e “crisis 1” servì a distogliere l’opinione pubblica da un altro grave problema che in quel momento quel paese stava affrontando. 
Ovvio che un’analisi approfondita del fenomeno rischia spesso di cadere nella teoria del complotto, ma, in fondo noi siamo come dei poliziotti e, soprattutto in questi giorni, ci sono un po’ troppe notizie che non ci tornano.
Veniamo al caso italiano del momento: la barzelletta bestemmia sulla quale vogliamo dare una visione alternativa. 
Improvvisamente dopo i  video rubati sulla crisi e sulle possibili elezioni anticipate (TG7) e  quelle sulla magistratura compare ora (ma perché?) una barzelletta raccontata la bellezza di un anno fa.
La barzelletta (come quella su Adolf Hitler raccontata poco tempo fa ad un convegno, sul quale Enrico Mentana ha fatto un servizio paragone fra lui e il suo acerrimo nemico analizzando la comunicazione del vecchio e del nuovo (alla Lucarelli, teniamola li)) è vecchia da far paura e appartiene alla trilogia della bestemmia insieme a quella del nome importante da dare al figlio del signor porcu e all’indovinello “Oporco ha un cane, di chi è il cane?” (risposta: Del signor Oporco), ma detta da lui e rimodernata con un’avversaria politica ha fatto clamore.
Video su internet, giornali e telegiornali che non la riportano e reazioni sdegnate da parte di chiunque a partire dal Vaticano con l’Osservatore Romano e dal quotidiano dei vescovi Avvenire.
Vi infiliamo a tradimento una premessa 4: siamo contrari alla bestemmia, d’altro lato non possiamo da cittadini (era l’argomento di punta ieri sera al pub da me frequentato) non notare che le vere barzellette sembrano essere le dichiarazioni fatte proprio sulla barzelletta in questione dagli oppositori e che il costante commento sulle dichiarazioni è “ma con tutti i cazzi…” , con il risultato di far passare il personaggio in questione, in fondo simpatico, per singolare e degno di appellativi del tipo “è fuori” e in un secondo  tempo di aver sviato l’opinione pubblica da altri filmati/problemi ben più compromettenti.

Geniale, poi l’idea di aver lasciato che a scoprirlo fossero proprio i concorrenti diretti di Repubblica che, a nostro avviso, hanno contribuito all’autogol.
A questo punto non possiamo non complimentarci e suggerire che, qualora servisse creare altre crisis noi siamo qui: siamo mercenari della Comunicazione, quella con la “C” maiuscola (ovviamente vale per entrambe le parti, Servizi compresi)!

JMN

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