E' andata in onda dalla Garbatella ieri sera la quinta puntata de I Cesaroni intitolata Occhio vigile. La trama verte intorno al nuovo lavoro della signora Barillon: vigile di quartiere alla Garbatella. La peggiore disgrazia caduta sulla bottiglieria dopo quella dell'abbandono di Giulio da parte di Lucia (per noi, visto che
la sua depressione tirata per cinque settimane, ci ha un po' ammorbato i cosiddetti, oltre ad aver fiaccato la serie). Comunque la Baril-vigilessa, come da personaggio, non la fa passare a nessuno e intorno al bar fioccano multe quasi fosse Natale. Intanto torna Giulia per portare le carte della separazione e anche a Stefania non gira molto bene. Ma se da una parte le donne fanno soffrire, vediamo dall'altra cosa combinano le macchine. La prima prestazione interessante è quella del maggiolone Volkswagen. Il maggiolone è infatti in vendita nell'officina che ha dato asilo politico a Walter e, guarda un po', viene comprato proprio da Carlotta. Dopo vari battibecchi, provocazioni, spiegazioni del carattere di Carlotta prendendo spunto dalla macchina, i due decidono di uscire insieme. Ottima prestazione, se fosse stato più sfruttato sarebbe stato un ottimo caso di product placement, così ottimo catalizzatore per le vicende dei due protagonisti. Altro posizionamento interessante sarebbe potuto essere quello dello scooter di Miriam fatto sparire da Rudy per costringerla a fare una caccia al tesoro che prevedeva lui come premio. Partenza sicuramente interessante ma finale probabilmente sconveniente per il target di riferimento. Non va meglio all'Alfa Duetto con la quale vanno in vacanza Marco ed Eva, peccato che dopo essere apparso il banner pubblicitario di L'ultimo dominatore dell'aria di M. Night Shyamalan (al cinema) a coprirla, cominciano i problemi: prima Marco dice che l'albergo sarà più comodo della macchina in più poco dopo la macchina si rompe. Pensare che era la macchina della fuga del laureato. Alla fine fra moto e auto vince il Pullman ATAC con le fermate temporanee utilizzate per vari scopi. 10 e lode