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14 Settembre 2010 - 02:46

La solitudine dei numeri primi

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Product placement in casa
La solitudine dei numeri primi Festival del cinema di Venezia 2010. Alice e Mattia, coetanei, vivono a Torino, si conoscono, si amano, ma ognuno dei due ha un profondo trauma psicologico da superare che è troppo forte per un possibile rapporto. Saverio Costanzo porta sullo schermo uno dei best seller degli ultimi tempi: La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, con il quale scrive anche la sceneggiatura. La trama si apre come un thriller con titoli di testa a caratteri cubitali, situazioni horror amplificate dai Movimenti della cinepresa e la colonna sonora ripresa direttamente da L'uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento. Con il proseguire del film ci accorgiamo che l'horror sta nella sofferenza quotidiana dei due "traumatizzati" incapaci di relazionarsi con se stessi, fra di loro e con il mondo crudele. Un orrore che si sviluppa su quattro tempi diversi distanziati da circa 7 anni l'uno dall'altro. Con continui salti temporali il regista ci aiuta nella ricerca dell'origine del trauma di entrambi. Lo stile si mantiene horror per quasi tutta la durata del film citando molti classici dell'orrore partendo proprio da Dario Argento a tal punto che nei primi minuti potrebbe sembrare un suo film modello anni '70. Ma Argento non è l'unico: fra le varie (più o meno palesi citazioni) si può trovare Kubrick (chi non ha visto nelle inquadrature interne ed esterne dell'hotel al Sestriere un citazione del Overlook hotel?), De Palma, Carpenter, Polanski e, volendo, anche Aja. Poco il product placement e, probabilmente casuale come Hag, unica marca riconoscibile e a fuoco nel supermercato dove si reca Alice in preda al panico. Unico interessante Italia 1 (product placement in casa Fininvest) vista da Alice con un cartone animato che ricorda vagamente Lady Oscar ma non è assolutamente lei. Fra le altre Invicta, Converse, Adidas, l'allegro chirurgo, Vov e Alpina. Il film di Costanzo è comunque un buon film che ha saputo attirare molti consensi da critici e pubblico. Dimenticavo fra le citazioni volendo trovarli si trova Antonioni, Resnais e in linea di Massima anche Tarantino (con i flash, i cartoni e altro). Certo, non è esattamente così ma come un'idea si. Siamo sicuri non sia proprio per questo che non ha vinto nessun premio? JMN

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