Aurora e Rino dopo aver sperimentato l'arte scopatrice (lei disegna su fogli di carta con pennarelli Giotto, grande product placement, mentre lui la tromba) litigano, poi lui la rincontra per strada la fa salire in macchina per chiarire alcune cose in 5 minuti e si ritrovano in una strada sperduta nel bosco a trombare poi decidono di lasciarsi e per fortuna loro e nostra quella sarà l'ultima volta. Prima vengono attaccati da tre teppisti in vena di trombare la prima che trovano, poi salvati da un uomo e una donna che puzzano di marcio lontano un miglio che li portano nella loro casa degli orrori.
L'obbiettivo della coppia è infatti quello di sfamare la propria famiglia con della carne fresca.
Chiaramente ispirato a tutti i classici del genere da Le colline hanno gli occhi a Non aprite quella porta, da La casa sperduta nel parco a Quella villa in fondo al parco, il film di Gabriele Albanesi è un film coraggioso (voi sapete quanto noi sponsorizziamo il cinema di genere) che risente però di uno scarso budget e dialoghi non sempre azzeccati. Per il resto è un gore delirante che si lascia assolutamente vedere.
Incredibile poi la sensazione che avevo provato in sala mentre guardavo Paura 3D e che mi si è ripresentata nel rivisionare il bosco fuori per la scheda completa in Dy's World, I due film hanno parecchi punti in comune al punto di credere che la villa sia la stessa (anche se poi non è così), d'altronde sia in un film che nell'altro c'è sempre dietro la mano dei Manetti Bros.
Inesistente e casuale il product placement con scene cult come quello dei pastelli Giotto o le scarpe Converse ai piedi della Virgilio mentre si accorge cosa è successo alle gambe del suo amico.
345 Viola di mare