METTI, CELENTANO E MINA... (URLATORI ALLA SBARRA) (Lucio Fulcio, 1960)
Nell'anno in cui Adriano partecipava alla Dolce vita, uscì anche il più importante dei musicarelli del trio Piero Vivarelli - Lucio Fulci - Adriano Celentano.
La trama è simile, cioè inesistente, a quella degli altri con la differenza che questo contiene una satira feroce nei confronti della società dell'epoca, della RAI e della DC, a tal punto che il film fu vietato ai minori.
Una marca di jeans cerca di convincere la popolazione italiana che quel tipo di pantaloni non è sinonimo di male e di degenerazione e, per farlo, arruola i Teddy Boys e li sguinzaglia per la città alla ricerca di opere buone da fare.
Entrano così nelle simpatie di un vecchio senatore (Turi Pandolfini) (non si cita mai la Democrazia Cristiana ma è palese) che vorrebbe lanciarli verso il successo non potendone più delle trasmissioni penose della TV diretta dal genero, il terribile Professor Giommarelli (Mario Carotenuto) (non si cita mai la RAI, se non in un titolo di giornale, ma è palese), che boccia L'assassino nella cattedrale per non fare uno sgarbo al Vaticano e l'Iliade perchè di Troie in TV non si può parlare.
Fra le cose che non potevano non dar fastidio ai politicanti dell'epoca, il gruppo dei colleghi del senatore appartenenti ad una commissione per il decoro e l'onore della gioventù, il professor Giommarelli che si comporta come il peggior moralista dei film di Alberto Sordi con passaggi nel suo ufficio di presentatrici e vallette che poi dovranno essere vestite da suore in video per evitare formicazioni varie, e non vanno certo meglio i colleghi, anche loro impegnati a moralizzare solo il prossimo.
Tanti i siparietti degli urlatori fra cui Chet Baker che fa la parte di un cantante strafatto anche perchè, fra l'altro, si narra lo fosse veramente ogni volta che arrivava sul set, e i Brutos in un siparietto in cui cantano vestiti da pastori. Fra i product placement presenti i jeans Lee regalati al senatore e le vespe dei Teddy boys.
Per finire un paio di considerazioni: il film comincia con i titoli di testa che contengono battute per ogni cartello come le raccomandate con i nomi delle attrici mentre sui titoli di coda, dove si svolge uno spettacolo con urlatori e ballerine discinte appaiono, insieme ai numeri di telefono delle ragazze, le parole vi piacerebbe avere una tv del genere.
Nel corso del film uno degli industriali dice "Nel nostro paese basta che qualche comitato o qualche padre di famiglia cominci a mandare delle lettere dicendo che siamo dei divulgatori del vizio e della perdizione fra la gioventù e siamo fregati"... sono passati 52 anni...