UN TRANQUILLO POSTO DI CAMPAGNA (1968) - Elio Petri
Interessante riproposizione da parte del RNFF 2011 dell'escursione nell'horror fantastico da parte di Elio Petri, prima proiezione delle tre pellicole scelte per la sezione Deliri d'autore.
"Un tranquillo posto di campagna" è opera del Petri sessantottino, breve parentesi prima del grande cinema politico-sociale che ne ha fatto la grandezza negli anni successivi.
Antonioni e la pop art sono i riferimenti principali del regista per narrare la storia dell'affermato pittore Franco Nero in crisi creativa e psicologica (la sua vita è ormai strettamente nelle mani "commerciali" della sua donna che le fa da amante e padrona, interpretata dalla compagna di una vita di Nero, Vanessa Redgrave) in cerca di fuga esistenziale in un tranquillo posto di campagna. Si fa comprare una villa in disuso nel countryside veneto e qui incontra il fantasma della contessina Wanda morta una ventina d'anni prima durante un attacco tedesco nella seconda guerra mondiale. Lo spirito inquieto della diciassettenne morta, libera da ogni convenzione e ninfomane ("certo, quando una è contessa la definiamo... ninfomane") che passa da un amante all'altro in vita, crea un istinto di ribellione nell'artista che lo porterà ad un atto violento (vero o sognato?) e al manicomio, dove ritroverà l'ispirazione...
Girato col gusto alternativo del tempo con alberi dipinti di rosso (come in 'Deserto rosso' di Antonioni), quadri di John Dine (affermato artista pop-art), arredamenti pop di quegli anni (per chi apparteneva ad un certo milieu culturare e se lo poteva permettere), montaggio psichedelico delle immagini e qualche ingenuità inaccettabile oggi, "Un tranquillo..." fa il paio con "La decima vittima" nella filmografia di Elio Petri come operazioni di rottura dal cinema narrativo ed utilizzo del genere con diverso sguardo artistico e politico.
Product Placement: un'insistita presenza del logo della COCA COLA nella casa di città dell'artista è ciò che prima di tutto balza agli occhi, ma grande rilievo ha anche la presenza dell'acqua PEJO (brand cinematograficamente storica e molto attiva nel periodo) sui tavoli. Il protagonista utilizza una JAGUAR di culto. Infine notazione goliardica per la presenza di un'esagerazione di riviste porno dell'epoca da PLAYGIRL a PLAYBOY e, soprattutto, la cult SUPERSEX.