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CINEMA
27 Agosto 2024 - 19:29

ANCORA A VENTOTENE

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Un altro ferragosto (Paolo Virzì, Italia, 2024)
ANCORA A VENTOTENE

Ma veramente Virzì pensava che ci fosse bisogno di Un altro ferragosto per aggiornare la situazione politico-sociale italiana con quella che lui evidentemente crede un’arguta commedia? Se Ferie d’agosto aveva un senso perché proponeva una commedia “d’autore” che con ironia metteva insieme personaggi di differente parte politica e dava un quadro più o meno realistico di alcune tipologie italiane, questo suo “sequel” è terribilmente superficiale, mette in scena personaggi unidimensionali, tagliati con l’accetta che, da una parte ripropongono gli stereotipi dei tipi di sinistra legati al passato, incapaci di adeguarsi all’attualità, per forza omosessuali perché “aperti al diverso” e quelli di destra caciaroni, ignoranti e trafficoni e incapaci di sentimenti; dall’altra si scaglia contro tutto ciò che evidentemente non piace a sceneggiatori e regista (in pratica a Virzì) e cioè le star del web, i wedding planner, le dirette streaming, i selfie, whatsapp e “lui mi ha bloccato su whatsapp” come comunicazione di rottura, i termini inglesi tipo “body positivity”, i powerpoint vs. la scrittura, i “Ferragnez”, quelli che si fanno i soldi inventando una chat di messaggi invece di lavorare, il tutto messo giù come fosse una lista, senza argomentare nulla, solo per far qualcosa che dovrebbe assomigliare ad una satira (che non fa ridere ma addirittura irrita).

Questo è un film che dà un quadro della società italiana e con la stessa finezza con cui viene data dai cinepanettoni (vedi il personaggio di Marchioni, quello di Gigio Alberti, di Christian De Sica, la presenza di Ema Stokholma sono tutti caratteri che potevano benissimo stare tra quelli dei Parenti e dei Vanzina) anche se quelli dalla Critica vengono considerati spazzatura e questo cinema d’autore!

Non voglio neppure star lì a ricordare i legami dei vari personaggi, mi è bastato vedere la superficialità con cui viene presentata Cecilia Sarcoli (Laura Morante) la moglie di Sandro Molino/Silvio Orlando insensatamente in preda ad una voglia di credere di essere amata prima da Alberti poi da De Sica, che la rendono ingenua e fragile ma anche patetica più di quel che meriterebbe, e il senile ed altrettanto stucchevole reincontro tra Gigio Alberti e Sabrina Ferilli con le immagini dei “ricordi” dal primo film.

Per non parlare degli inserti in bianco e nero in cui Molino sogna di incontrare gli esiliati di Ventotene, Spinelli, Pertini, Ravera e Co., ma realmente questa caricatura di grandi uomini della resistenza al fascismo dovrebbe esserne un omaggio?

Guardando sul web leggo di personaggi arguti, bel film corale, di film tenero e tristissimo, di battute fulminanti e di film riuscitissimo. Ma magari questi sono gli stessi che hanno massacrato The Palace di Roman Polanski? Ma dov’è la differenza? Se vogliamo parlare di “grottesca superficialità” come è stato fatto per il regista polacco, ma qui dov’è invece la raffinatezza e l’arguzia? Non è che se si condividono molti punti di vista con Virzì, che in effetti espone caratteri esistenti e difetti reali, si possa accettare che vengano esposti senza una vera idea di approfondimento e di sottigliezza di scrittura. Fare ironia è un’arte, in Un altro Ferragosto ve ne è poca…

Vi è solo un momento “alto”, il monologo sul “mondo di merda” della Fanelli, mi piacerebbe sapere quanto in questo discorso sia farina del sacco degli sceneggiatori e quanto della geniale (lei sì) comica e attrice.

STEFANO BARBACINI

Un altro ferragosto

Regia: Paolo Virzi
Produzione: Rai Cinema
Data di uscita: 07/05/2023

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