In occasione della retrospettiva del Torino Film Festival dedicata all'horror classico: Si può fare da Caligari agli zombie - l'horror classico dal 1919 al 1969, abbiamo deciso di analizzare per Dy's News e, ovviamente Dy's World tutto il cinema d'orrore classico, finendo lo speciale di Riccardo Freda, di cui il festival ha riproposto l'orribile segreto del dottor Hichcock, iniziando quello su Mario Bava (stiamo seguendo i vari Operazione paura, Profonde tenebre, Sotto gli occhi dell'assassino e Guida al cinema giallo e Thrilling italiano di Bruschini e Tentori), a cui il festival ha dedicato La maschera del demonio, e integrandolo sia con il volume di Emanuela Martini pubblicato in occasione del festival sia il classico Caligari's Children di Siegbert Salomon Prawer del 1981,
Cominciamo quindi dall'ottimo saggio di Prawer sui figli del Dottor Caligari che sostiene che la nascita del cinema va di pari passo con quella del cinema horror e per farlo porta tre esempi rappresentati dai Lumiere, da Alfred Clark e da Edwin S. Porter.
Si sa che gli inventori del cinema, dopo l'invenzione del product placement con La sortie da l'usine a Lumiere a Lyon, si divertirono anche ad inventare il cinema dell'orrore con L'arrivee d'un train a la ciotat (1896) dove un treno arrivava direttamente verso un pubblico seduto in sala terrorizzandolo. (La scena è stata ripresa e ripresentata più volte, quasi al pari de La corazzata Potemkin. anche se quella che ricorderete maggiormente sarà sicuramente quella in cui il treno è reale ne Le comiche con Paolo Villaggio e Renato Pozzetto).
A spaventare sempre il pubblico in modo quasi analogo ci pensa poi Edwin S. Porter nel finale di The Great Train Robbery (1903) quando fa sparare al pubblico da Justus Barnes in primo piano del film. Ovviamente è la scena finale. Non si poteva far scappare tutti gli spettatori del cinema prima che i film fosse finito.
Un altro tassello, sempre secondo Prawer lo aggiunge Alfred Clark che però sconvolge completamente gli spettatori senza minacciarli ma rendendoli in qualche modo complici. In The Execution of Mary, Queen of Scots, (1895) Maria di Scozia, interpretata da Mrs. Robert L. Thomas viene accompagnata dal boia che le taglia la testa. Il film dura solo 48 secondi ed ha solo un'inquadratura. C'è un taglio nel quale l'attrice viene sostituita dal manichino ma il pubblico non lo sa. Per loro fu come vedere uno snuff e le scene d'isteria si sprecarono.
E' il primo caso di utilizzo di effetti speciali cosa che diventerà fondamentale a partire dalla seconda puntata dedicata a George Melies e allo speciale parallelo dedicato a Mario Bava a partire da
la morte viene dallo spazio.