Ci sono dei film che non si dimenticano e l'esordio di Paolo Sorrentino è stato uno di questi. Doveva essere uno dei film meglio analizzati nel numero 6 della appena nata Dy's Chronicles ma è finito in poche righe nello speciale dedicato al festival di Venezia di quell'anno. Motivo? Sono uscito dalla proiezione al cinema intorno alle 15.30 dell'11 settembre e stavo per andare a vedere Fantasmi da Marte di John Carpenter. Capito perchè me lo ricordo bene?
Passati 23 anni veniamo al motivo per cui avrebbe dovuto avere lo speciale: un uso massiccio di pacchetti di sigarette. Rothmans, Merit, Marlboro, Muratti, è più facile dire le marche che mancano che quelle che ci sono.
Tutti nel film fumano im qualunque occasione a partire dalla prima scena dove l'allenatore appoggia con cura lo zippo sul tavolo prima di incominciare il cazziatone ai suoi giocatori fino al fumo finale attorno ad una spigola.
Ma veniamo alla trama che si svolge su due piani temporali diversi attraverso la caduta in disgrazia di due uomimi all'apice del successo (uno un calciatore, l'altro un cantante) che si chiamano.Antonio Pisapia.
Le due storie viaggiano parallelamente ma a velocità diverse facendo si che si incontrino sul finale.
Pur essendo il primo film di Sorrentino si possono già intravedere alcune delle caratteristiche, anche se allora non si poteva saperlo, che sviluppate sin dai primi Le conseguenze dell'amore e L'amico di famiglia fino ad arrivare ai più complessi This Must Be a Place e La grande bellezza a traformanrlo in autore dallo stile personale e riconoscibile come sottolinea Barbacini nella recensione di Partenope. Napoli, il calcio, il sogno (in questo caso le ballerine), i dialoghi, la morte. Tutto ancora embrionale ma lo stile già si intravede.
Tanto il product placement dalle sigarette alle tute (Adidas) al Subuteo (ossessione del calciatore) e al Ballantine's amato dal Pisapia cantante che come il suo pezzo Le lunghe notti da bar migliora invecchiando. Così come il film