Florida, terra di “paludi, caldo, umidità e zanzare” ma anche terra di uragani e alligatori. E’ qui che vive Haley speranza del nuoto che dopo una bruciante sconfitta apprende della scomparsa del padre, suo ex-allenatore e odiamato dalla nostra. In pieno nubifragio decide, lei donna forte e asessuata, di andare a cercarlo nonostante i divieti della polizia e le preoccupazioni al telefono della sorella. Non la più brillante delle idee. Traffico, incidenti e quando arriva nella casa di famiglia trova solo una bottiglia di Hunter whiskey e il cagnolino del papà. Sarà proprio lui a far capire alla ragazza che il padre si trova nel sottosuolo. Allora l’eroina si inoltra nello spazio limitato della cantina tra melma, polvere e ragnatele. Qui giace il padre incosciente e con una brutta ferita alla spalla e alla gamba. Cosa è successo? Un enorme alligatore arriva a rivendicare i disastri sull’uomo. L’alligatore e l’uragano, tipicità della Florida, diventano due nemici mortali da affrontare dalla coppia padre e figlia. Lo scantinato comincia a riempirsi d’acqua e gli alligatori si moltiplicano, bisogna cercare di sconfiggerli prima di annegare.
Il film diventa così una miscela di survival e di film di terrore animale adrenalinico e senza una pausa che Aja gira con veemenza tornando a quel cinema apparentato al B movie ma con mezzi mainstream che lo ha sempre interessato.
Crawl è consigliato a tutti i fan del genere perché in effetti l’ora e quaranta della durata scivola via senza noia, gli alligatori sono digitali ma non si vede troppo e le scene esterne nell’occhio del ciclone sono decisamente attraenti (meriterebbero un padiglione agli “Universal Studios”).
Detto questo bisogna anche che il fan abbia anche una certa impermeabilità al incredibile e all'irrealistico perché se “l’incredibile” diverte e si amalgama bene nei film ludici un po’ odioti ma tanto divertenti come il suo precedente (di Aja) Piranha 3D, in un film che lo stesso regista tiene a precisare “serio” ci sta un po’ meno. Incredibile è la protagonista, una delle più antipatiche che io ricordi, che nuota più veloce degli alligatori (e pensate voi quella che ha vinto la gara…) e deve avere una carne ben dura (roba da renderla indigeribile anche ai cannibali di Deodato) visto che viene addentata più volte dagli enormi e feroci animali ma più che qualche graffio e qualche dolorino non subisce! Incredibile è anche il tentativo di dare “spessore adulto” al film con una specie di trattato psicologico tra i due (la mamma se ne è andata perché il papà era sempre via con la figlia che voleva diventasse una campionessa e bla bla bla…), dialogo che avviene nel bel mezzo di un attacco degli alligatori e mentre l’acqua si avvicina inesorabilmente al livello di non ritorno! Proprio un bel momento per psicanalizzarsi (e in seguito in una scena successiva sarà anche peggio ma non lo scriviamo per non spoilerare troppo).
Product placement importante per gli indumenti natatori di Arena che riempiono tutte le scene in piscina dell’inizio, per il telefonino Sony (che però farà una brutta fine come pure il distributore di benzina Bannon’s…) e per il fuoristrada Liberty Jeep. Poi immancabile Coca Cola e le sempre più presenti patatine Lays. Piccole particine per Hefty e Yamaha (motore della barca)