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CINEMA
21 Maggio 2012 - 16:34

HUNGER GAMES

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Nel mondo del futuro non c'č posto per il brand???
HUNGER GAMES

HUNGER GAMES – Gary Ross (2012)

Gary Ross è il regista di Pleasantville (1998) e scelta non poteva essere più adatta per dirigere il film tratto dai romanzi di Suzanne Collins. Hunger Games presenta una società con un potere centralizzato che crea una realtà virtuale per intrattenere i “sudditi” spostando la loro attenzione dalle tribolazioni quotidiane sullo spettacolo di vite vissute in maniera “irreale” (in pratica la società dei reality portata all’esasperazione, tema anche di Pleasantville).

Una storia e un film “politici” e spettacolari al tempo stesso.

La società di Hunger Games è controllata da un presidente fascistoide con potere accentrato su di se e sui potenti, i quali vivono nel lusso più sfrenato, che governano la nazione suddivisa in 12 distretti.

I suddetti distretti sono popolati da lavoratori costretti ad una vita di povertà ed espedienti a cui si fa una colpa per una passata rivoluzione che, se diamo ascolto alla voce ufficiale del Governo, ha portato solo morte e distruzione interrompendo lo status quo di uno stato ben disposto verso la popolazione.

Per punire i distretti colpevoli della rivolta sanguinosa tutti gli anni due ragazzi, un maschio e una femmina, scelti per sorteggio tra tutti gli adolescenti tra i 12 e i 18 anni in ogni distretto sono costretti ad una sfida tra loro (in tutto sono quindi 24) all’ultimo sangue. Uno solo sopravviverà.

Gli Hunger Games sono trasmessi in tutta la nazione come un reality vero e proprio in cui però è in gioco la vita dei giovani ragazzi.

Come tutti i reality vi è anche una struttura esterna che manipola gli avvenimenti e decide del destino dei componenti facendo del programma una vera e propria finzione mascherata.

Lo spettacolo serve a sfruttare la voglia sempre presente nell’animo umano di appassionarsi e distrarsi sulla pelle degli altri e non accorgersi dei veri problemi. Distrazione di massa, Panem et Circenses (non a caso la nazione futuristica in cui è ambientato il film si chiama Panem) e compagnia cantante.

La struttura è questa e l’obiettivo di scrittrice e regista  è sensibilizzare considerazioni su un futuro prossimo possibile per l’umanità sempre sottomessa a potentati economici e politici (esemplare il proclama del presidente Snow - un pacato e allo stesso tempo inquietante Donald Sutherland – neocolonialista: Nei distretti ci sono un sacco di svantaggiati ma ci sono anche minerali, colture e materie prime che a noi servono) e tenuta buona con spettacoli sempre più drammatici, violenti e patetici (…ah la storia d’amore).

Non pensate però di trovarvi di fronte ad un saggio pedante di fantapolitica, il film è destinato, giustamente, ad un grande pubblico e quindi vi è anche lo svolgimento spettacolare che vede l’eroina Katniss Everdreen (una tosta Jennifer Lawrence) proporsi come volontaria per i giochi al posto della sorteggiata sorellina Primrose e recarsi assieme all’altro candidato del Distretto 12, il panettiere Peeta (interprete Josh Hutcherson), nel luogo della sfida per affrontare i “tributi” degli altri distretti. Peeta è da sempre innamorato di Katniss e su questo le menti che dirigono la sfida giocheranno per creare quel tanto di passionalità e compartecipazione atti ad attirare l’attenzione del pubblico verso “Lo show” e distrarli dalle loro voglie di rivolta.

Anche in questa seconda parte però resta alto il livello di coinvolgimento del pubblico cinematografico invogliato a seguire lo spettacolo della carne martoriata e del proprio simile in pericolo di morte ma costretto ad interrogandosi su quanto questo piacere resti confinato alla consapevolezza di assistere ad eventi finzionali e quanto resterebbe anche in caso si verificasse nella realtà un tipo di gara del genere (diciamo un’esasperazione di spettacoli cruenti che già ci affascinano come corrida, boxe, WWE).

Emblematico il commento di un giovane intento alla visione del film al mio fianco che ha commentato alla fine della prima parte della pellicola: - speriamo che comincino in fretta gli sbudellamenti…

E’ proprio follia ipotizzare un mondo futuro come quello rappresentato da Hunger Games?

HUNGER GAMES è un film completamente senza product placement forse perché essere associati alla società tirannica era più deleterio che non godere dei vantaggi dell’esposizione della brand verso un pubblico rivelatosi numericamente enorme?

Infatti a parte una bottiglietta d’acqua vista di sfuggita nessuna brand si nota durante lo svolgimento della pellicola e anche nei ringraziamenti finali non vi sono agenzie pubblicitarie o marche ringraziate.

Solo i fornitori di parrucche e cosmetici (JOICO e MAC COSMETICS) hanno una nota nei titoli di coda.

Stefano Barbacini

The Hunger Games

Regia: Gary Ross
Data di uscita: 01/05/2012

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