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CINEMA
20 Agosto 2018 - 21:31

DIARIO VISIVO (Janet Agren)

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Io non vedo, tu non parli, lui non sente (Mario Camerini, Italia, 1971)
DIARIO VISIVO (Janet Agren)

I destini di tre coppie si intrecciano prima sul treno per Venezia poi nella città lagunare. A legare insieme le loro vicende l’omicidio di una vecchia signora. Questa è la traccia su cui si sviluppa il film Io non vedo, tu non parli, lui non sente penultimo film di un Camerini, ormai un po’ spompatello, e rimasticamento del suo precedente Crimen.

Le coppie, interpretate da comici e caratteristi di grande mestiere, rappresentano anche tre regionalità e ceti sociali diversi dando una fotografia parziale (anche un po’ stereotipata) ma gustosa dell’Italia inizio anni ’70.

La presentazione ci viene data sul treno dove troviamo i romani Enrico Montesano e la sua metà (che lo sopravanza di quasi un metro…) Francesca Romana Colucci, poveracci affamati (lui si mangia con gusto biscotti per cani e mangime per piccioni…) che stanno andando a Venezia per riportare un cane  alla vecchia proprietaria (che ritroveranno morta, vicenda che darà inizio a tutta l’insieme rocambolesco di bugie, false testimonianze, incroci tra i personaggi e malintesi che renderanno di volta in volta tutti sospettati del delitto). Montesano vende il cane al commendatore milanese Gorlètti per duecentomila lire (facendo incazzare la moglie che se lo fa restituire). Il commendatore è Alighiero Noschese che si immedesima nel tipico comendatùr milanese un po’ razzista (“ma perché viagiate teroni”) e molto evasore (“non avranno mica scoperto che abbiamo portato i milioni in Svizzera!”) e va a Venezia a reincontrarsi con la bionda moglie trascurata e fedifraga, Janet Agren, qui in versione liscia e… gassata, ovvero riccioluta. Infine vi sono Gastone Moschin e Isabella Biagini, coppia romagnola di “Forlè” come precisa lui, giocatori incalliti diretti al Casinò dove perderanno tutto e si ritroveranno con tra le mani una valigia contentente (e mostratoci in una scena di umorismo visivo delirante) i pezzi della vecchia vittima.

Si ritroveranno tutti davanti al commissario Enrico Tedeschi contraddicendosi, raccontando balle e litigando, tutti atteggiamenti che li porteranno ad aggravare la loro posizione…

Giallo-commedia, genere già affrontato più volte da Camerini nella sua carriera, con un brillante ma non brillantissimo script di Castellano e Pipolo, che diverte senza strabiliare. Il punto di forza come già accennato è il gioco di attori a cui va aggiunto un cameo di Vittorio De Sica nei panni di un distinto giocatore al Casinò in completo bianco e garofano rosso all’occhiello, praticamente nella parte di sé stesso.

Durissima la critica del Mereghetti (“Pedissequo remake del suo stesso Crimen del 1960 dove lo scatenarsi dei dialetti dà la misura dello scadimento del cinema italiano di quegli anni”).

Janet, che afferma di non ricordare il film, vi fa una particina veramente piccola anche se importante nell’intreccio della trama.

Poco il product placement. La “parte” migliore l’ha OLIVETTI la cui insegna spicca alle spalle di Moschin/Biagini in una delle scene centrali del film mentre i GAINES DOG BISCUITS appaiono ad inizio film ma non vengono mangiati dal Terrier dell’anziana signora ma da Manfredi, come già accennato…

STEFANO BARBACINI

Io non vedo, tu non parli, lui non sente

Regia: Mario Camerini
Produzione: Dino de Laurentiis Cinematografica
Data di uscita: 29/10/1971
Location: Venezia
Brand:
Olivetti

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