Matthew Vaughn con questo X-Men First Class (X-Men l'inizio in italiano) si conferma essere probabilmente il migliore interprete alla regia del genere cinematografico supereroistico. Dopo il fiammeggiante e sorprendente Kick-Ass, tra le mani di Vaughn passa ora il pezzo da 90 della Marvel Comics, quegli X-Men già protagonisti di tre pellicole ed uno spin-off (Wolverine) che in passato si son rivelati una vera miniera d'oro al botteghino, ma nelle ultime installazioni hanno iniziato a mostrare un po' la corda. X-Men First Class non è uno spin-off o un reboot, ma si attesta a prequel della saga mutante cinematografica Marvel sino ad oggi vista nei cinema e lo fa con ottimi risultati. In questa pellicola ambientata tra la seconda guerra mondiale e gli anni '60 ci vengono mostrate le origini degli X-Men, in particolare focalizzandosi sui personaggi di Charles Xavier (Professor X) ed Erik Lensherr (Magneto), qui compagni d'avventura (in seguito diverranno nemici giurati). La scelta veramente vincente della pellicola è stata quella di ambientarla negli anni '60, permeando tutto il film di un meraviglioso stile visivo retrò-vintage, che ci ricorda decisamente le pellicole di James Bond del periodo d'oro. Anche la caratterizzazione di alcuni personaggi, il coinvolgimento dei servizi segreti dell'epoca e la contrapposizione della guerra fredda tra USA ed URSS al centro della vicenda fanno si che, sebbene facendo saldamente parte del filone supereroistico, questo X-Men First Class abbia una forte impronta spionistica vecchio stile, mossa che risulta decisamente vincente. Abbiamo infatti un Erik-Magneto in grande spolvero che nelle sue incursioni, sia che siano in muta da sub abbordando uno yacht, che nella dacia di un generale sovietico, ci ricorda tantissimo il miglior agente 007: fisicatissimo, spietato e classy, roba da far morire d'invidia Daniel Craig. Per non parlare della perfida Emma Frost, vestita di pelliccia bianca stile Dalla Russia con amore impegnata a strappare informazioni dal medesimo generale mediante l'arte della seduzione. I rimandi alla saga di James Bond sono sottili ma abbastanza numerosi quindi; ma la rilettura degli esordi degli X-Men negli anni '60 è altrettanto vincente, da fumetto Marvel della silver-age, stupendamente inserita nel contesto storico-politico dell'epoca e che avrà il suo culmine durante la crisi dei missili di Cuba. Il periodo storico in cui si svolge la vicenda fa si che i pochi marchi riscontrabili siano vere icone degli anni '60. Vediamo quindi che gli occhiali sono RayBan, sia che siano da sole (Erik-Magneto) che da vista (Hank McCoy-Bestia). Sempre Erik, durante la sua caccia ai criminali nazisti responsabili della morte della sua famiglia, ci regala un naming placement della birra Bitburger in un bar argentino. Il marchio Ford è inoltre visibile sul frontale di un'autovettura d'epoca nella scena successiva all'attacco dei mutanti malvagi alla base segreta della CIA. Notiamo poi ai piedi dei novelli X-Men (tutti in giovane età) delle Converse Chuck Taylor All Stars (gruppo Nike), e qualche bottiglietta di CocaCola vintage in vetro fa capolino qua e la. Il tutto è però finalizzato ad una perfetta caratterizzazione del periodo storico, non ci sono i mega-placements a cui Hollywood ci ha abituato, dato che i marchi sopracitati sono inseriti ad hoc e senza strabordare nella pellicola. L'uso che ne vien fatto è prettamente artistico e serve a definire lo stile del momento storico, più che a mostrare sfacciatamente il marchio in se. Product placement artistico direi, o comunque al limite e molto lieve e misurato. Alla fine questo X-Man First Class riesce perfettamente nel suo scopo, ovvero rilanciare l'interesse nella franchigia dei mutanti Marvel, dopo i non proprio esaltanti (a esser buoni) X-Men III e Wolverine. E lo fa con brio e verve divertendo ed intrigando il pubblico ormai smaliziato senza mai annoiare. Regalandoci una pellicola godibilissima e stilosa ambientata nei favolosi anni '60 che piacerà indistintamente sia ai fanatici dei fumetti Marvel che agli appassionati della saga spionistica creata da Ian Fleming. Incredibilmente anche il comparto FX del film è ottimamente realizzato e soprattutto, non eccessivo ma bene inserito al servizio della storia. E naturalmente poi c'è Marvel Comics, che da questo genere di pellicole riceve inevitabilmente un'enorme spinta mediatica, ed alle sue collane regolari affianca sempre adattamenti o spin-off editoriali dalle pellicole tratte dai suoi personaggi.