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CINEMA
19 Luglio 2012 - 23:09

SPECIALE UOMO RAGNO

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Quando era vera calzamaglia
SPECIALE UOMO RAGNO

L’UOMO RAGNO – E.W. Swackhamer (1977)

Un avvocato e un medico come ipnotizzati lasciano improvvisamente il loro lavoro per andare a rapinale la CENTRAL FIDELITY BANK.

Al Daily Bugle si apprende dalla tv (facendosi soffiare clamorosamente la notizia) che un supercriminale rivendica la rapina annunciando di aver scoperto il modo per comandare la volontà delle persone. Minaccia di indurre 10 cittadini innocenti ad uccidersi fra di loro se la città non gli paga 50 milioni di dollari entro pochi giorni.

Jonah J. Jameson, il burbero direttore del giornale, se la prende con il povero Peter Parker, squattrinato fotografo collaboratore del giornale e studente in scienze. Lo vediamo infatti poco dopo portare avanti i propri studi presso un laboratorio di ricerca dove… accadrà ciò che dal 1962 viene periodicamente raccontato in diverse forme, l’incidente ideato dalla penna di Stan Lee (un ragno radioattivo punge il giovane Parker) che farà nascere “The Amazing Spiderman” il supereroe con superproblemi che da cinquant’anni ogni lettore di fumetti conosce e che per la prima volta appare in “live action” sugli schermi in questo film di Swackhamer, in realtà pilot per la serie televisiva in produzione quell’anno (1977).

Il giovane comincia ad arrampicarsi sui muri dei palazzi (ad esempio lungo i muri del ROY’S PARKING) senza problemi, ha una forza ed un’agilità superiore alle capacità umane, inventa un marchingento per lanciare fili (dovrebbero essere ragnatele ma in realtà sono vere e proprie funi) per “volare” da un palazzo all’altro e, infine, indossa anche un costume che lo rende un vero supereroe agli occhi della pubblica opinione, il costume è la mitica calzamaglia rossoblu con disegni di ragnatele che lo ha reso famoso nelle avventure dei comics de “L’uomo ragno”.

Sarà lui (dopo aver rischiato di diventarne una vittima) a sgominare la banda del malvagio Edward Byron, una specie di predicatore che grazie a macchinari futuristici e applicando delle particolari spillette sugli abiti delle persone riesce a comandare la loro mente per fargli commettere crimini a loro insaputa.

Dai comics restano Jonah J. Jameson, il Daily Bugle e… la calzamaglia, il resto potrebbe essere benissimo un telefilm del periodo senza supereroi ma con altri protagonisti con pochi agganci con i fumetti della Marvel.

La trama del film è un mistery-action con vene fantascientifiche e una decisa ironia di fondo che potrebbe essere un canovaccio per un James Bond ma con i mezzi dei film di serie b degli anni 30. Rivisto oggi ha una gradevole aria vintage.

Effetti speciali decisamente “poveri” con gigantografie, sovraimpressioni e fili invisibili a rendere credibili (poco) le acrobazie del “ragnetto”. Il protagonista è interpretato da un Nicholas Hammond poco somigliante al personaggio così come il Jameson di David White anche se quest’ultimo è ottimamente caratterizzato mantenendo la scontrosità e la dabbenaggine del corrispettivo disegnato.

La lista di banche e istituti finanziari coinvolti dalle rapine continua con VANGUARD e MADISON BANK OF NEW YORK (tra i finanziatori del film?) mentre il product placement vede profusione di macchinone FORD del periodo (anche l’ambulanza dell’ospedale SNYDER è della marcha d’auto americana). I combattimenti di Parker/Spiderman avvengono in gran parte sui tetti del ROSSLYN HOTEL mentre un cartellone all’imbocco di una metropolitana inneggia alla THINK (più brand che imperativo).

Last but not least ringraziamenti e rimandi al MARVEL GROUP, evidentemente.

Stefano Barbacini

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