Francesco (Marco Giallini), psicologo abbandonato dalla moglie, ha tre figlie abbastanza problematiche: Marta (Vittoria Puccini) libraia sfigata che si innamora sempre di uomini sbagliati (scrittori già impegnati, giocolieri, ladri sordomuti), Sara (Anna Foglietta) che dopo l'ennesima delusione d'amore lesbico decide di cambiare orientamento sessuale, diventare eterosessuale, non senza incidenti, e Emma (Laura Adriani) diciottenne che si innamora di un uomo di 32 anni più vecchio Alessandro (Alessandro Gassman) che vuole lasciare la moglie Claudia (Claudia Gerini) per lei. A questo si aggiunge che Francesco, dopo aver preso subdolamente in cura Alessandro, per tentare di farlo riconciliare con la moglie e distorgierlo dalla figlia, si accorge che la moglie è la donna di cui si è innamorato girando per il quartiere. Il portiere (Maurizio Mattioli) osserva tutto e non si capisce, onestamente, il perchè.
Genovese mette insieme tutti i luoghi comuni amorosi dell'ultimo cinema italiano e di quello di Pieraccioni (che infatti è co-autore del soggetto) e ce li propina tutti in una serie di siparietti blandi più o meno riusciti legati dalla voce guida, dalla "psicologia" e da quel custode ignaro spettatore. Un film quasi inutile se non fosse per il product placement, una volta tanto inserito in maniera interessante nel film (mi riferisco al marchio OVVIO dove lavora ed ha i suoi appuntamenti amorosi e le sue sfide architettoniche Alessandro con Emma), integrato e non fastidioso e per il cinema odierno italiano non è certo poco.
Ho ancora un dubbio, almeno lo capisco nell'ottica di Mediaset, ma perchè propinarci/realizzare un director's cut di 2 ore e 29 minuti?