In occasione dell’uscita del numero zero della nuova versione di Dy’s Chronicles fra poche ore consultabile e scaricabile qui alcuni aggiornamenti: uno per sezione USA
Eccoci alla risposta DC (WARNER) al Marvel Cinematic Universe che tanto successo e denaro ha portato nelle casse della DISNEY. Dopo balbettanti tentativi con clamorosi insuccessi (il film di Lanterna Verde (2011) pare dovesse essere il primo film del DEU) il via è stato dato con L’uomo d’acciao (2013) ma solo quest’anno con Batman contro Superman e con Suicide Squad si può dire con certezza che l’operazione abbia cominciato a marciare.
Suicide Squad inizia infatti dalla (presunta) morte di Superman nel film precedente e dalla domanda che Wayne si fa: ma se Superman con i suoi poteri quasi infiniti invece di optare per il bene scegliesse il male, l’umanità che armi avrebbe per opporvisi?
Alla domanda è decisa a rispondere la pragmatica e cinica Amanda Waller agente governativa esperta di metaumani, cioè di tizi con superpoteri, che propone al congresso la costituzione di una squadra di elementi che combattano per le forze del “bene” e questi elementi sono, in mancanza d’altro, da ricercare tra i più famosi carcerati dello stato, costretti con il ricatto a combattere per gli USA. Una specie di Quella sporca dozzina che avrà come nemici non i nazisti ma i supercriminali. La vediamo, la Waller, ad inizio film arrivare con piglio deciso e autorità a bordo di una grossa CHEVROLET per far cambiare opinione ai suoi superiori che non sono d’accordo (e, naturalmente riuscirà nel compito). (Ha un preliminare colloquio al lussuoso CICADA Restaurant & Club di Los Angeles. Il mondo DC come si sa è un misto di città reali e non, tra cui le famose Gotham e Metropolis di Batman e Superman, nel caso del nostro film l’azione si svolgerà poi nella città di Midway City, fittizia location teoricamente situata nel reale Michigan…ma è Toronto, Canada…)
La Suicide Squad
I primi venti minuti passano nella presentazione dei potenziali componenti della squadra. Sono piccoli flashback, qualcuno assai gustoso, che ne ripercorrono velocemente origini e poteri.
Prima di tutto la star della squadra (e del cast, Will Smith), lo spietato sicario dalla mira infallibile Deadshot ora in prigione catturato dalla sua nemesi Batman.
Poi la sexy-punk Harley Quinn, psichiatra di Arkham Asylum, il manicomio-penitenziario di Gotham, convertita al crimine dal Joker dopo che ne è diventata la compagna sia di vita che di… crimine e pazzia, interpretata in maniera sbarazzina, pericolosa e arrapante da una Margot Robbie (la Jane di The legend of Tarzan) in short, con glutei perennemente al vento, mazza da baseball e martellone.
Altro importante elemento, perché il più potente, El Diablo, nella versione Chato Santana (nei comics il nostro ha avuto diverse caratterizzazioni), in pratica una Torcia Umana versione criminale. Interpretato da Jay Hernandez, caratterista di cinema e tv dai tratti latini (ha avi messicani) coperti da un pesante trucco in una interpretazione tormentata.
Infine i minori Capitan Boomerang, ladro senza particolari poteri ma armato con boomerang “potenziati”, arcinemico di Flash da cui è stato catturato, interpretato da Jay Courtney, il Varro di Spartacus e Killer Croc, cannibale dalla pelle di coccodrillo che trova il suo ideale habitat nelle fogne (lo interpreta un irriconoscibile, perché totalmente ricoperto dal trucco, Adewale Akinnuoye-Agbaje).
A questi si aggiunge Slipknot, solo in seguito, ma è buttato nel film solo come “dead man walking”.
Al comando della squadra è messo il colonnello Rick Flag (storico soldato “agli ordini” riunisce in una figura le tre generazioni, da nonno a nipote, dei comics) interpretato (con non troppo appeal) dall’attore svedese Joel Kinnaman, approdato ad Hollywood grazie al successo della serie tv nordica The Killing.
Braccio destro di Flag e “guardia del corpo”, nella squadra vi è anche la temibile Katana, impenetrabile quanto implacabile eroina giapponese (interpretata senza un sorriso dalla debuttante, sul grande schermo, nippoamericana Karen Fukuhara).
Durante la presentazione degli elementi che compongono la Suicide Squad e in particolare nel flashback di Deadshot abbiamo una piccola FORD (in contrasto con la CHEVROLET dei “potenti”) e la bambola PLAY-DOH nelle mani della figlia del criminale. Insieme ad una lattina di COCA COLA (che appare solo in second’ordine stranamente…) product placement di questo segmento di film.
La “buona”
Viola Davis da “Le regole del delitto perfetto” si porta con sé il cinismo e il carisma per interpretare la fredda calcolatrice Amanda Waller determinata ad ottenere i propri obiettivi a favore dello stato. Dovrebbe rappresentare il “bene” in realtà è quella che gioca più sporco di tutti. Inganna gli elementi della squadra (per essere sicura che non si ribellino mette loro a tradimento degli esplosivi sottocutanei) ed arriva ad uccidere per coprire i propri errori. La vita delle persone è sacrificabile per la ragion di stato. La Davis dà al personaggio una terribile forza solo con la dura espressione del volto, senza muovere un muscolo.
La psicologia
I componenti della squad vorrebbero dimostrarsi duri, cattivi e irrecuperabili ma sono tutti tormentati da problemi famigliari o appartenenti al passato.
“La gente come noi non ha una vita normale” filosofeggia Harley Quinn, ma quello che non dice è che lei per prima vorrebbe averne una; infatti la nostra (anti)eroina, all’apparenza senza problemi con la sua trasformazione da borghesuccia a violenta assassina, sogna un ritorno alla normalità con un Joker trasformato in elegante gentleman.
Deadshot, dal canto suo, sente il peso di apparire un criminale agli occhi della figlia e sogna di liberarsi di Batman e del livore nei suoi confronti, Katana prende il nome dall’arma con cui è stato ucciso il padre e che ne racchiude l’anima, e poi il più corroso dai rovelli interiori, El Diablo, che non vuole più saperne di usare i suoi poteri perché con questi ha combinato danni enormi togliendo la vita ad amici e parenti. La parte psicologica che dovrebbe dare spessore alla trama, in un’opera, va da sé, nata per ottenere puro entertainment, è prima affrontata in maniera soft in una bella scena di dialogo in cui tutti si ritrovano ad un bar a bere liquori, poi di petto nello scontro finale contro i nemici. Viene qui usato lo stratagemma diegetico, ormai abusato, del cattivo che telepaticamente entra nella testa dei nemici facendogli credere di vivere una situazione diversa da quella reale, quella da loro agognata, cercando di approfittare del disorientamento dato dal non riuscire a distinguere realtà e fantasia.
L’amore
“L’amore è una cazzata”, Harley Quinn con questa frase mente sapendo di mentire. Sa che il suo punto debole è proprio l’amore per Joker che l’ha portata alla follia. E sa che la mancanza di questo amore (quando pensa che il Joker sia morto) non le permetterà più di vivere senza dolore. Deadshot vive unicamente per l’amore della figlia e per lei ha rinunciato a sparare a Batman e si è rassegnato alla galera. El Diablo ha la vita distrutta per “aver ucciso ciò che amava”, Rick Flag per amore, che lo ha reso cieco in senso lato, ha permesso alla donna che ama di diventare la prima dei nemici della squadra. Debolezza e imprudenze causa l’amore, ma la sua forza è talmente potente che permetterà a questa accozzaglia di delinquenti di compattarsi per sconfiggere la minaccia all’umanità; la compattezza dell’amicizia nata fra di loro che coinvolge perfino Killer Croc dal cuore di rettile, permetterà di “fare squadra” e vincere la battaglia finale.
I nemici
Il vero punto debole del film sono i “nemici” della squadra. In pratica una delle potenziali componenti della squadra, L’incantatrice (una June Moon bella ma insapore), sfugge al controllo di Flagg e della Waller e diventa una minaccia per tutti quando si riunisce con il potente amante che arriva direttamente dal passato. Infatti L’incantatrice e il suo compagno sono spiriti risvegliati dal passato, la solita maledizione da una statuetta ritrovata in un sito archeologico. Il film di supereroi diventa un incrocio con la mummia e la lotta finale una specie di battaglia di Harry Potter, così si può far sfoggio di effetti digitali e divertire i ragazzini che non bisogna troppo angosciare con rovelli interiori e atmosfere cupe…
Per fortuna c’è il Joker, in un ruolo secondario ma decisamente più interessante dei due “maghi dal passato”. Inoltre Jared Leto, la cui interpretazione non è piaciuta ai più, a noi è sembrato interessate, distante sia dall’interpretazione caricaturale di Nicholson che da quella molto Actor’s Studio di Heath Ledger. Mi sembra che quanto dichiarato da Ayer (“ho cercato un Joker più realistico ispirandomi ai volti dei narcotrafficanti su Istagram”) abbia una sua valenza, questo è un Joker più… umano, più realisticamente pericoloso.
Il regista
David Ayer arriva da alcuni successi nel campo del noir (La notte non aspetta), poliziesco (End of War), thriller (Sabotage) e action (Fury). Le atmosfere dei suoi film cerca di farle entrare anche nell’universo DC (sicuramente più adatto che non quello Marvel) con immagini dark e piovose e i rovelli psicologici di cui sopra ma alla fine deve fare passo davanti alla legge dell’incasso. Se è vero che tra i suoi progetti vi era anche un remake de “Il mucchio selvaggio” non andato a buon fine, cerca pure questo di farlo entrare qui con gli antieroi che si coalizzano rischiando la vita a fin di bene. Dal lato musicale minimizza la colonna sonora originale (niente di rimarcabile) per andare controcorrente (per un prodotto di questo tipo) con canzoni vintage dai Rolling Stones ai Queen.
La critica
Accolto in generale male negli USA, in Italia ha trovato estimatori come detrattori, mentre in Francia (su Mad Movies che ne ha prima fatto un dettagliato special da cui per altro abbiamo avuto notizie anche per questo articolo) è stato letteralmente massacrato (a mio parere senza senso e infatti le motivazioni non sono tutte plausibili) definendolo addirittura come la “ciofeca” del secolo.
Il finale
Naturalmente da non perdersi i titoli di coda dove vi è la scena che rimanda al prossimo episodio del DEU. Qui Batman/Ben Affleck liquida la Waller e prende in mano la situazione per creare una nuova squadra… infatti presto arriverà la Justice League…
Product placment
Di Coca Cola, Chevrolet, Ford, Cicada, Play doh abbiamo detto. Ci resta di citare il piazzamento più importante ed evidente: SAMSUNG. Foriere di brutte notizie ma su un bellissimo schermo il tablet, utile sia per colloquiare che come arma per spiare i nemici, ci fa una gran figura come telefonino. Di contorno Los Angeles Time e tante altre marche che appaiono di sfuggita lungo strade e centri commerciali, alcune fake altre reali.