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CINEMA
17 Marzo 2010 - 20:36

Mine (e riferimenti) vaganti

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un posizionamento mancato
Mine (e riferimenti) vaganti
Mine Vaganti, ultima fatica di Ferzan Ozpetek, è stata girata interamente nello splendido Salento. Si parla di omosessualità, tematica ricorrente nella filmografia di Ozpetek, di famiglie meridionali, di provincialismi, di scelte di facciata e conseguenti verità mascherate per la paura del mormorio di un piccolo Paese.
Riccardo Scamarcio interpreta Tommaso, un ragazzo che ha trovato la sua libertà, artistica ed omosessuale, fuggendo dalla piccola città natale e trasferendosi a Roma mentre suo fratello, Antonio, interpretato da Alessandro Preziosi, è rimasto vicino alla sua famiglia sopprimendo così, i suoi veri desideri e la sua natura che, fatalità, come il fratello, è una natura omosessuale. La storia gira attorno allo sconvolgimento del padre dei due ragazzi, che viene ricoverato in ospedale per un infarto, dopo la confessione del figlio Antonio del suo orientamento sessuale. Tommaso è costretto a mantenere il segreto per salvaguardare la salute di suo padre. La novità del regista sta nell’affrontare questo tema, molto più di quanto non abbia fatto nei suoi precedenti lavori, con grandissima ironia.
La vera mina vagante della storia è la nonna di famiglia, interpretata da Ilaria Occhini , che in passato ha subito molte repressioni a favore di scelte di “facciata”, rinunciando al suo vero amore. La donna è pentita e amareggiata dei suoi istinti non perseguiti, dei suoi desideri proibiti e quindi, difende e comprende i due nipoti, augurandogli di vivere serenamente la propria vita e i propri bisogni.
Ma di vagante, come suggerisce il titolo dell’articolo, c’è anche il Product Placement. Di fatto, tutte le scene ambientate nel pastificio di famiglia, sono state realizzate nel pastificio del coratino Molino Tandoi che si trova a Corigliano d'Otranto. Il marchio riprende il logo della Pasta Ambra, acquisita da poco tempo proprio dal Gruppo Tandoi, cambiando però il nome in “Catone pastificio del Salento”, creando cosi una marca fittizia.
I fratelli Adalberto e Filippo Tandoi si dichiarano onorati del fatto che la loro azienda sia servita da location per il film e hanno dichiarato:
«Una cornice davvero affascinante per l'intera pellicola. Il nostro modestissimo contributo alla produzione cinematografica attesta il desiderio di salvaguardare le tradizioni locali genuine, e di fare in modo che il nostro prodotto sia degno ambasciatore del territorio in cui è sapientemente creato; ciò anche se, com'è comprensibile, le esigenze di copione hanno imposto l'utilizzo del marchio con un nome fittizio».
Quindi non propriamente un inserimento, ma solo un riferimento. Di certo sarebbe stato un ottimo posizionamento, se non ci fosse stata la sostituzione del nome. In questo modo solo ai più curiosi, o chi (come noi) avrà desiderio ad approfondire se il Pastificio Catone esista o meno, verrà a conoscenza della reale azienda Tandoi.
Per il resto , Ozpetek, non si è fatto mancare diversi inserimenti e importanti inquadrature di macchine, tra cui un Alfa Romeo Giulietta Cabrio guidata da Nicole Grimaudo, e una altrettanto ben visibile Audi, graffiata con la chiave dalla stessa attrice.
Giulia Lamonaca

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