Il film più folle, disordinato, impossibile da inquadrare e per questo divertentissimo e cultissimo di Salvatore Samperi che anche nei suoi prodotti più di consumo.
Il mitico Davinotti lo definisce un “American graffiti all’italiana (ma anche un po’ Grease, Animal House e non ultimo Amarcord)”, se vogliamo però riportarlo a generi propri del cinema italiano abbiamo un inizio alla Pierino, una prosecuzione sulle orme dei Vanzina e della commedia di formazione per approdare in un finale da varietà con lampi di musicarello, Malizia (la Bouchet che svezza il giovane protagonista…) e anarchia da rivolta scolastica.
Film assolutamente controverso che va dal “Megacult samperiano (…) modello per i successivi successi vanziniani. Ha solo il problema di arrivare troppo presto” all’unico asterisco sia per il Morandini (che non lo degna neppure di un commento) che per il Mereghetti “Samperi (con gli sceneggiatori Gianfranco Manfredi e Giorgio Basile) cerca di sfruttare la moda della nostalgia, ma s’impantana nel grottesco”. La media su IMDB non arriva al 5.
Eppure è un film che nel suo totale caos e nonostante la sua esile trama (un gruppo di liceali vuole mettere in scena uno spettacolo per dimostrare la propria superiorità rispetto agli istituti “tecnici”) risulta imprevedibile e contiene performance clamorose da parte di Enzo Cannavale, Teo Teocoli (un simulatore di Presley all’italiana), Christian De Sica (uno studente odiato e massacrato dagli altri), Barbara Bouchet e Ricky Gianco con il suo trash-rock anticipatore dei gruppi demenziali.
Lambretta, Zippo e Porsche product placement del film e K.O. spa di Recanati ringraziata nei titoli di coda come fornitore degli strumenti musicali.