Alice è una donna arricchita che vive ne lusso e non sopporta niente e nessuno (soprattutto razzista) che possa turbare la sua vita agiata in una mega villa. La morte improvvisa del marito la mette però di fronte ad una dura verità: è sul lastrico e se non pagherà il grossissimo debito lasciato dal marito (si parla di recuperare 1000 euro al giorno) si vedrà tolta la custodia del figlio. Seguendo il suo ex cameriere (Hassani Shapi attore internazionale che in Italia abbiamo cominciato ad apprezzare con Lezioni di cioccolato) insultato fino ad un momento prima, Alice arriva in una sorta di attico bettola del quartiere Quarticciolo. Qui scopre che la gente è più buona di quel che si pensa, che non bisogna avere i pregiudizi e che il lavoro più semplice per guadagnare soldi (e probabilmente fare carriera) è sempre quello di darla via. Comincia così aiutata da Eva, una escort professionista, un corso avanzato che la porterà ad intraprendere anche lei la professione più antica del mondo. Ovvi a questo punto i luoghi comuni: dai clienti che corrispondono a tutto il campionario del genere (notare il primo citato, l'imprenditore che nelle foto fa le corna... chissà a chi si ispirano?), alle feste bunga bunga con esercito di escort e fiumi di champagne a bordo di uno yatch Azimut (product placement navale/lusso in un film dal target forse non prorpio in linea), alla storia d'amore con il povero e bello del paese che ha un internet point, al quale fa credere di essere commessa alla Decathlon, la tragica scoperta ad un'addio al celibato e il finale a tarallucci e vino.
Nando Martellone (Massimiliano Bruno) esordisce alla regia con un film furbo. Furbo per svariati motivi. Innanzitutto raduna il solito gruppo di amici che ormai bazzica questo genere di film: da Boris a Immaturi, Prende un tema che va particolamente di moda e che ormai è sdoganato ovunque (cfr. Milton Arbogast al Misex) e lo infarcisce di buoni sentimenti. Prende una escort e la trasforma in una sorta di Pollyanna o di Mary Po(m)ppins che porta/insegna felicità e bontà ai vicini scorbutici e razzisti come al portiere Lionello Frustace che da quasi nazista lo fa diventare amante della cultura africana al punto da sposare una donna di colore. Prende una trama che più scontata non si può e la infarcisce qua e la di battute divertenti e siparietti. Fra tutti quello dei metodi utilizzati da Sofia (Caterina Guzzanti) per riconquistare il fidanzato. Lasciamo perdere il product placement di cui si salva Decathlon con la scena all'interno del punto vendita. Piatti gli altri. Anche i fanghi d'alga...avendoci avuto a che fare in passato sappiamo che la scena con la Foglietta è proprio quello che volevano.. ma la marca è addirittura meno riconoscibile che nella farmacia di Andreina nella fiction La ladra... il che è tutto dire.
E STI CAZZI!