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CINEMA
12 Marzo 2025 - 19:19

LA RAGAZZA DAGLI OCCHI MANGA

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Furiosa, a Mad Max Saga (George Miller, USA, 2024)
LA RAGAZZA DAGLI OCCHI MANGA

La saga di Mad Max ha sicuramente, negli anni, creato un immaginario cinematografico, non senza radici (mi riferisco ai comics dei vari Metal Hurlant e Co.), che ancora oggi stupisce per forza e visionarietà. Ormai George Miller ha creato un suo Universo in cui quelli bravi (tipo quelli che seguono tutte le varie trame e sottotrame dei film di Star Wars o del Marvel Universe) trovano richiami e significati reconditi. Bravi loro e bravo Miller a costruire il suo giocattolo redditizio ma anche artisticamente all’avanguardia.

Dopo Fury Road si inventa un prequel, Furiosa, in cui mette al centro il passato dell’eroina interpretata da Charlize Theron nel precedente. Da bambina finita nelle grinfie del supercattivo di turno, Dementus (Chris “Thor” Hemsworth, imbruttito alla bisogna con un naso finto e barbone da Mangiafuoco) che ne uccide crudelmente la madre e la imprigiona nelle gabbie della sua tribù, quel gruppo di zotici violenti con cui vuol conquistare le quattro città della desertica terra post-catastrofe. La ragazzina fugge, si fa passare da ragazzo con esperienze di meccanico, fino a diventare ragazza forte ed eroica, combattiva e piena di furore vendicativo, memesi di Dementus. Tutto il film è costruito per arrivare allo scontro finale tra i due, girato magnificamente da Miller che assurge la figura non imponente ma impressionante di Furiosa (l’ormai affermatissima e bravissima attrice hollywoodiana Anya Taylor-Joy, non ancora trentenne, che con i suoi grandi occhioni tra il manga e l’alieno conquista tutti) ad icona per le future generazioni. Poi ci sono le sottotrame, il deserto polveroso, roccioso e grezzo come le anime di tutti i personaggi; ci sono i bizzarri personaggi ridotti a mostri da menomazioni e alterazioni dovute alla mancanza di acqua e alla desertificazione dovuta dalle radiazioni; ci sono i mezzi costruiti con pezzi di una tecnologia che non esiste più che danno vita a strane creazioni dalla visionarietà steampunk; c’è l’immancabile rutilante e adrenalinica corsa attraverso le lande desertiche di una cisterna assalita dai predoni (negli anni sempre ripetuta e sempre più spettacolare, che non vuol dire migliore dato che gli effetti digitali la rendono sempre più falsa e fumettistica). Insomma c’è tutto il mondo tipico della saga che Miller non si permette di non replicare arrivando in alcuni momenti alla saturazione.

Indubbiamente l’ottantenne regista non ha ancora perso la verve giovanile e rinnova il suo immaginario che per caratteristiche resta futuristico in qualsiasi epoca proprio perché, in maniera ossimorica, si basa su iconografie del passato, tra gli uomini della pietra e il medioevo, miscelando Leonardo da Vinci con le conquiste spaziali. E resta sempre giovane e impattante sugli spettatori perché visivamente è potente e intrinsecamente pieno di vigore giovanile. (Voto 6/7)

Stefano Barbacini

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