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CINEMA
11 Novembre 2019 - 20:24

LO SCONTRO SOCIALE TRA BIRRE FILITE E SAPPORO

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Parasite (Joon-ho Bong, Corsud, 2019)
LO SCONTRO SOCIALE TRA BIRRE FILITE E SAPPORO

Immaginate un mondo in cui vi è una parte di popolazione che abita “sopra” nelle ville costruite da architetti famosi sulle colline per poter vedere la città dall’alto. Immaginate i loro giardini verdi e assolati, la fresca acqua delle loro piscine e degli impianti di annaffiamento dei loro prati. Immaginate un mondo di gente ricca che non conosce la realtà. Che dalle loro colline non vedono i vicoli della città quelli con la sporcizia e il fetore della povertà. Quella gente ricca con marito “importante” e moglie annoiata, frivola e credulona. Un mondo dove ai bambini vengono accontentati tutti i capricci anche quando si tratta di credersi degli indiani e si lanciano frecce per tutta la casa e addosso alla governante. Gente che vive nella falsità e che viene ingannata dalla falsità. In cui si crede che i propri figli devono per forza avere grandi doti e che i propri servitori possono essere cacciati di casa con accuse non provate. Bastano un paio di mutandine femminili messo a bella posta nell’auto dell’autista per farlo fuori così come basta far credere che la governante abbia la tbc contagiosa invece di una semplice allergia alla pelle di pesca per farla licenziare. Nel mondo di sopra quando viene un diluvio ciò diventa un divertimento per il bimbo che si trasferisce nella tenda in giardino sotto l’acqua torrenziale tanto “la tenda l’abbiamo comprata in America è impermeabile di sicuro”.

Immaginate poi che in questo mondo ci sia una parte di popolazione che vive invece “sotto”, in poveri sotterranei da cui vede una parte misera di città dal di sotto attraverso le finestre a livello strada. O peggio ancora che vive reclusa abusivamente nei sotterranei delle ville, sotterranei costruiti come bunker perché la gente di sopra ha sempre paura che i suoi privilegi possano venirle sottratti da fattori incontrollabili (i coreani del sud hanno paura dell’atomica di quelli del nord, ma lo stesso vale per gli altri nemici dei ricchi d’occidente siano questi i terroristi, gli immigrati o… i giudici…). La gente povera ha addosso il puzzo di sotterraneo, quel puzzo di miseria che non riesce mai a scrollarsi di dosso. Ma la gente povera, disoccupata ed affamata per sopravvivere si fa astuta, cinica, immorale. La gente povera per sopravvivere è disposta a scannarsi con altra gente povera, a costringere altri alla povertà per uscirne lei. Tutto questo senza che i ricchi capiscano e quando qualcuno di quelli di sotto attacca quelli di sopra è sempre un gesto immotivato di un pazzo. Nel mondo di sotto l’acqua che è un divertimento per quelli di sopra significa invece inondazione e perdita di tutto quello che hanno e i poveri finiscono in casermoni per sfollati.

Di che mondo stiamo parlando? Del nostro ovviamente. Certo non bastano queste poche righe per illustrare la situazione economica e sociale di questa nostra era. Ci vogliono filosofi, sociologi, economisti? No, basta un regista capace e intelligente come Joon-ho Bong, coreano già conosciuto anche ad Hollywood per essere il regista di Snowpiercer e di Okja per Netflix. Un regista che divertendo e facendolo meglio di quando da me descritto è stato in grado con il suo Parasite di illustrarci questo mondo con il potere del cinema.

Ci racconta come questi due mondi entrino in contatto con i sotterfugi della famiglia di “Kevin”, di sua sorella “Jessica” del padre e della madre. Tutti disoccupati ma astuti nel sostituirsi ai vecchi dipendenti della ricca famiglia di cui diventano rispettivamente l’insegnante d’inglese della giovane figlia, l’insegnate d’arte e psicologia del bambino, l’autista di famiglia e la governante facendo credere di non essere parenti fra di loro. Da qui in una black comedy a tratti molto comedy (al limite del slaptick), a tratti molto black (nel finale che non vi anticipiamo) viene illustrato il nostro crudele, grottesco, ingiusto mondo.

Come al solito Bong gira magistralmente in una città piovosa, scura e sporca utilizzando colori saturi che ricordano quelli di uno dei suoi capolavori, Memories of murder, e ci racconta questa terribile storia facendoci ridere e inquietare passando da un pijama-sex sul divano tra i coniugi mentre l’altra famiglia terrorizzata di essere soperta si nasconde a due passi sotto un grosso tavolo, a drammatiche immagini da grande cinema quando illustra l’inondazione della casa della famiglia povera e del quartiere popolare. Anche musicalmente svaria da Handel al pop coreano a… In ginocchio da te di Gianni Morandi!

Product placement vario in cui la Mercedes la fa da padrone a casa dei ricchi dove si beve birra Sapporo (invece tra i poveri la più economica birra FiLite) dove troviamo anche la trendy acqua Voss con le sue bottiglie stilose. Supermercati Orga, Photoshop, Pettreas cibo per animali, liquori e pizze con nomi coreani incomprensibili e last but not least la casa madre coreana LG che fornisce i telefonini.

Stefano barbacini

Gisaengchung

Regia: Bong
Data di uscita: 15/05/2019
Cast:
Kang-ho Song
Brand:
Sapporo

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