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CINEMA
11 Agosto 2013 - 00:35

SPECIALE DARIO ARGENTO

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4 mosche di velluto grigio (Dario Argento, 1971)
SPECIALE DARIO ARGENTO

Roberto Fabiani è un musicista che è ossessionato da un uomo che lo segue ovunque. Un giorno decide di ribaltare la situazione e comincia ad inseguirlo a sua volta, ed arrivato all'interno di un vecchio teatro, lo affronta e, involontariamente, lo uccide. Nel teatro però non sono soli ed uno strano burattino dalle balconate comincia a fotografarlo. 

Da quel momento Roberto è ossessionato da qualcuno che gli lascia le foto in casa, gli impicca il gatto, lo aggredisce e comincia ad uccidere le persone che gli stanno intorno (lui non lo sa, ma sono tutti quelli che hanno capito cosa sta succedendo) e così decide di rivolgersi ad un suo amico barbone che tutti chiamano Dio (Bud Spencer) che a sua volta gli affida una sorta di guardiano, il professore (Oreste Lionello), un altro barbone come lui che però è educato perchè non scoreggia mai in pubblico, e gli consiglia di rivolgersi ad Arrosio, un  investigatore privato gay che ha fallito la bellezza di 84 casi.  Dopo la morte della cugina della moglie la polizia ne fotografa la retina e l'immagine che si presenta ai loro occhi sono le famose 4 mosche di velluto grigio che faranno si che lui scopra l'assassino.

Dopo l'uccello (che è in programmazione al cinema vicino all'ufficio di Arrosio) e il gatto, che ritorna con gli improbabili esperimenti scentifici, Argento finisce la sua trilogia degli animali con le mosche che segna un punto di arrivo per lo stile argentiano degli anni '70.

Ritornano tutte le figure storiche sicuramente più accentuate che negli altri film. Il serial killer con il trauma infantile, l'occhio che stavolta è sezionato e gli omicidi tutti violenti e stranamente tutti che hanno a che fare con la gola. Il gay prende il sopravvento diventando improvvisamente il vero personaggio e l'indagatore del film. Scopre tutto e in brevissimo tempo in maniera divertente (spettacolare l'incontro con il portiere gay paragonabile ad una scena analoga con Lino Banfi ne Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia) e per questo viene purtroppo ucciso. Spettacolare la figura di Dio che appare con la canzone Alleluja (notare che arrivava dai western modello Trinità), quella del professore lionello, del postino perseguitato e del vicino erotomane. L'unico che non fa niente è proprio Fabiani, anche lui spettatore occasionale, anche lui di una cosa di cui non si accorge, anche se coinvolto più degli altri detective improvvisati argentiani (la morte a teatro era finta) e l'unica cosa per cui si impegna è quella di trombarsi la cugina appena la moglie è partita. C'è anche un siparietto surreale l'expo delle bare che non sarebbe stonato nel successivo Le cinque giornate e l'arrivo del manichino che anticipa quello più inquietante di Profondo rosso. Fra il product placement sicuramente voluto quello della birra Tuborg, bevuta da tutti e delle sigarette Astor.    

JMN

4 mosche di velluto grigio

Regia: Dario Argento
Produzione: Opera Film Produzione
Data di uscita: 17/12/1971
Location: Roma
Cast:
Bud Spencer

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