Il film si apre inesorabilmente nel deserto in silenzio senza la consueta fanfara della 20th Century Fox, probabilmente perchè già dal primo film sappiamo che non siamo più nel ventesimo secolo, ma nel quarantesimo secolo e che gli umani non esistono più, quindi probabilmente nemmeno la 20th Century Fox. Questo è il più bel product placement di major (in Dy's World e Dy's Pro cataloghiamo anche quelli), da cinefilo, ma bello appunto per la sua assenza.
Nel silenzio del deserto si scopre che un'altra astronave della NASA è precipitata sul pianeta seguendo la rotta di quella di Taylor e, a sua volta, l'unico astronauta sopravvissuto Brent (James Franciscus) parte alla ricerca di qualche forma di vita e la trova sottoforma di Nova, la ragazza già salvata da Taylor che lo porta nella parte del pianeta abitata da umani "mutanti" che usano strumenti telepatici per sconfiggere i nemici e che sono pronti a scagliare l'atomica finale sulle scimmie. Dall'altra parte anche le scimmie sono sul piede di guerra e la catastrofe è inevitabile.
Decisamente meno interessante di Planets of the Apes ma utile conclusione. Fra le macerie anche la libreria di New York, Wall street e il Radio City Music Hall