Facebook Twitter Canale Youtube RSS
CINEMA
10 Aprile 2010 - 01:21

Dyscomedy

 Print Mail
Bruno
Dyscomedy Sasha Baron Coen e Vespa. Non andrà in giro per i colli bolognesi, come cantava Cesare Cremonini nei Lunapop ai tempi, ma Brüno, il conduttore gay della più nota trasmissione di moda austriaca, Funkyzeit mit Brüno, (interpretato dal dissacrante e poliedrico comico inglese Sacha Baron Cohen) pare apprezzare gli scooter di casa Piaggio. Dopo il successo mondiale di Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan, di qualche anno addietro, che consacrò Sacha nel gotha dei comici contemporanei più irriverenti e creativi, ecco che un altro personaggio deragliato e potenzialmente dirompente (per chi gli sta attorno) approda sul grande schermo. Il film di Brüno e forse un po' meno riuscito di quello di Borat (a cui a tratti è debitore nella struttura), ma comunque assolutamente feroce e bestiale nella sua critica al mondo della moda ed all'omofobia latente nella società contemporanea. Tornando al settore di nostro interesse, il product placement, all'arrivo all'aeroporto di Los Angeles Brüno "ritira" tra i bagagli il figlio di colore ottenuto scambiando un Ipod (naming placement) in Africa, e mentre il bimbo sgranocchia una confezione di MeM'S lo carica su una Vespa LX azzurro-Capri e si lancia a tutta birra nel traffico. Assolutamente devastante e spiazzante la scena finale, in cui Brüno ed il suo ex assistente, dopo essersi aggrediti, si spogliano e mimando di amoreggiare nel ring di un torneo di ultimate fighting, disciplina da combattimento ultraviolenta in cui si lotta in una sorta di "gabbia"; tra la rabbia e le feroci proteste (vere) di un folto pubblico di rednecks e white trash. Marco Premi

© www.dysnews.eu