RUGANTINO (Pasquale Festa Campanile, 1973)
Dopo Er Più e Serafino Celentano fa il suo terzo film "romano" interpretando la versione cinematografica di Rugantino, commedia musicale di Garinei e Giovannini che aveva debuttato al teatro sistina 11 anni prima.
Roma 1800 Rugantino è un giovane arrogante che non ha per niente voglia di lavorare, che passa le sue giornate a bighellonare al bar con gli amici e a fare frodi con la finta sorella Eusebia. Un giorno scommette che riuscirà a farsi la bella Rosetta, la donna più ambita di Roma, che però è sposata con il violento Gnecco detto Er Matriciano.
Dopo il primo fallimento nel quale Er Matriciano gli spezza un dito e un altro nel quale rischia la vita, dopo aver posato "nudo" con Rosetta per uno scultore, ha la fortuna che Er Matriciano uccide un altro spasimante.
Condannato a morte viene fatto fuggire ma è costretto a lasciare Roma, cosa che lascia a Rugantino via libera.
Dopo un'estenuante corte e "Roma nun fa la stupida stasera" finalmente Rostta accetta ma la coglionaggine di Rugantino riuscirà a rovinare tutto.
Dopo aver assistito all'omicidio di Er Matriciano da parte degli amici dello spasimante ucciso, se ne assume in principio la colpa per bullarsi con Rosetta ma viene inseguito dalle guardie ed incarcerato, nonostante la cura degli amici per nasconderlo.
Condannato a morte cerca di salvarsi grazie anche all'aiuto del suo amico Mastro Titta (il famosissimo boia di Roma), ma quando si rende conto di aver riacquistato l'amore e il rispetto di Rosetta accetta una morte che lo porterà ad essere rispettato da tutti.
Film gradevole senza nessuna traccia di product placement se non nella frase detta a Mastro Titta "Vengo a trovarti nel sonno e ti do i numeri del Lotto."