SCREAM – Wes Craven (1996)
Scream fu un film a suo modo importante, non in termini assoluti ma in relazione al momento in cui uscì.
Gli anni novanta non sono stati per nulla interessanti ne per il genere horror, che stava cercando di sopravvivere ad una generazione di spettatori non più attratta dal sangue cinematografico e produceva soltanto cloni scipiti di film già girati senza lampi notevoli di originalità, ne per il regista Wes Craven in calo qualitativo e, soprattutto, di notorietà. Infatti dopo l’interessante “doppietta” di fine anni ottanta “Il serpente e l’arcobaleno” (probabilmente la sua vetta massima) e “Sotto schock” (film sopravvalutato ma sicuramente di impatto sul pubblico) nulla di quanto partorito dalla mente di Craven ha avuto particolare successo o ottenuto riscontro critico (neppure la serie tv nata per sfruttare il nome ancora spendibile di “Nightmare”).
Proprio sfruttando il già detto, il già visto ma centrifugando il tutto in un discorso meta cinematografico ironico ed anche autoreferenziale Craven è riuscito a toccare le corde di un pubblico di teenager in calo di attenzione verso il genere e piuttosto annoiato da serial killer e omicidi di collegiali.
Il regista già un paio d’anni prima aveva tentato questa strada con il capitolo del decimo anniversario di Nightmare, “Nightmare nuovo incubo”, settimo episodio della saga, richiamando Robert Englund e Heather Langenkamp nei panni di loro stessi cioè gli attori che interpretavano i characters Freddy e Nancy Thompson, costretti durante i festeggiamenti per il “compleanno” del film, ad affrontare il personaggio Freddy Krueger che stavolta portava l’incubo cinematografico nel mondo reale causando un corto circuito tra fiction e realtà.
Nonostante il film fosse di gran lunga il più interessante tra i seguiti di Nightmare non ottenne grande riscontro perché l’operazione risultò un poco artificiosa e poco seduttiva.
Stavolta, in Scream, facendosi aiutare dalla giovane mente dello scrittore, che poi si affermerà con la serie Dawson’s Creek, Kevin Williamson dalla scrittura agile e popolare, riesce a rendere il progetto più facilmente fruibile.
Ma cosa fa in pratica Wes Craven con Scream? Una cosa semplice e complessa allo stesso tempo. Prende i topoi del cinema horror (omicida mascherato con l’hobby del coltello, giovani collegiali intenti a divertirsi che vengono uccisi in serie, casalinghe che rispondono a telefonate atte ad insinuare la presenza dell’omicida tra le mura di casa ecc.) e li mischia con l’ironia (l’assassino è piuttosto impacciato) e la citazione cinematografica e metacinematografica (quiz sul cinema, visione collettiva di Halloween nella speranza di vedere le tette di Jamie Lee Curtis, battute su Nightmare – il primo era bello, ma i seguiti erano inguardabili -, inside joke come la frase “sembra di essere in un film di Wes Carpenter” che unisce il proprio nome con il cognome del famoso regista di Halloween, cinema horror citato come se quella che vediamo fosse la realtà ed esistesse un altro piano finzionale all’interno di questa ecc.) senza però abbandonare l’orrore vero (gli omicidi sono graficamente rappresentati, particolarmente disturbanti quello iniziale di Drew Barrymore, praticamente squartata ed appesa ad un albero, e quello di Rose McGowan, con la testa schiacciata dalla serranda del garage che si riavvolge mentre è incastrata nella fessura per il gatto.
Riesce miracolosamente a far combinare Venerdì 13 con Buster Keaton e… l’urlo di Munch, senza mai cadere nel ridicolo o nella noia, rischio di tutte le operazioni di questo tipo.
Parco attori adeguato con il rilancio della Barrymore, la consacrazione della McGowan, il lancio di giovani come Skeet Ulrich, l’odioso Matthew Lillard e, soprattutto, Neve Campbell, tutti sotto l’ala protrettrice della sempre sexy Courteney Cox nei panni di una giornalista scandalistica.
Product placement: soprattutto merendine (JIFFYPOP, CEX, CHEETOS) consumate dai giovani (e per i …giovani spettatori) e DUNKIN DONUTS, a far da sottofondo ad una lunga scena, su di una carta destinata ad avvolgere le ciambelle. Ai piedi dei ragazzi spiccano le ADIDAS. Tra le auto impera la JEEP mentre il canale FOX supervisiona le gesta del killer mascherato. Seguirà Scream 2