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CINEMA
5 Marzo 2013 - 16:07

SPECIALE HITCHCOCK (4)

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Easy Virtue
SPECIALE HITCHCOCK (4)

EASY VIRTUE – Alfred Hitchcock (1928)

I primi film di Hitchcock avevano destato curiosità per la evidente destrezza del giovane regista nel districarsi tra ironia ed invenzioni fantasiose per raccontare le sue storie di suspence e passioni.

Questo nuovo capitolo della sua filmografia parte da un testo di Noel Coward, quindi non un signor nessuno, e sembra voler sviluppare le solite tematiche hitchcockiane.

Protagonista è la bella e fascinosa Larita Filton (interpretata dalla Isabel Jeans che già ha collaborato con il regista in “Downhill”) suo malgrado costretta al ruolo di fatalona da un divorzio “scandaloso” finito con il suicidio dell’amante.

Si inizia con un dettaglio della nuca di un giudice che alza la testa per giudicare Larita e seguiamo le vicende della donna e del processo che la vede coinvolta con flashback sulle vicende che hanno portato i protagonisti in aula. Questa parte iniziale è sicuramente la più interessante probabilmente perché collima con le ossessioni di zio Alfred (protagonista innocente perseguitato/a, vicenda di sangue e sesso, caso da risolvere) e quindi la più curata e con le più felici intuizioni registiche.

Poi però quando si snoda la vicenda successiva del tentativo di redenzione di Larita con un secondo matrimonio poi guastato dal riemergere del suo passato non accettabile in un periodo di benpensanti come quello di inizio novecento in Inghilterra, il film diventa un pallido tentativo di far incontrare il glamour hollywoodiano e il pubblico del tempo.

Pochi i guizzi di AH anche se una scena su tutte si erge come felice intuizione. Una telefonata tra Larita ed il nuovo spasimante decisiva per le sorti di un futuro loro matrimonio ci viene trasmessa, a noi spettatori, tramite le espressioni della centralinista che la ascolta senza bisogno di didascalie.

Anche il finale con quel “sparate pure, non c’è più nulla da uccidere” urlato dalla protagonista alla folla di fotografi assetati di scandalo che la fronteggia (in inglese gioco di parole con “shoot” utilizzabile sia per lo scatto fotografico che per uno sparo da arma da fuoco) è memorabile, per il resto insuccesso di pubblico e di critica e dichiarazioni di Hitchcock stesso sulla bassa qualità dell’operazione.

Negativo anche il product placement visto che stavolta neppure le riviste scandalistiche che pure ci sono non vengono menzionate e un brandy fondamentale nell’intreccio iniziale non sembra riconoscibile (ma non so se il pubblico del 1928 fosse in grado invece di farlo).

Stefano Barbacini

Fragile virtu

Regia: Alfred Hitchcock
Data di uscita: 01/01/1928
Cast:
Robin Irvine

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