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CINEMA
3 Novembre 2010 - 12:08

Happy Family

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Milano da bere e da lavare
Happy Family

Ultimo film di Gabriele Salvatores con Fabio De Luigi, Diego Abatantuono e Fabrizio Bentivoglio, Happy Familiy racconta la storia di una famiglia un po' hippie che, causa la figlia che si vuole sposare con il rispettivo figlio, viene a contatto con una famiglia ricco borghese. Le due, dopo alcuni imbarazzati minuti iniziali, diventano amiche, nonostante i figli si siano lasciati proprio durante la cena di presentazione. In mezzo a loro si inserisce Ezio, un'aspirante scrittore alla sua prima sceneggiatura per un film "d'autore ma di cassetta" che si innamora della figlia della famiglia ricco borghese.

Che c'è di strano in tutto ciò? Che Ezio è lo scrittore della storia, i personaggi sono ovviamente inventati e lui si trova ad interagire con loro. In pratica i sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello rivisti e corretti da Gabriele Salvatores.

Happy family è un film furbo che riesce a divertire con personaggi e situazioni (geniale la storia del criceto "zombi") ma che alla fine non convince del tutto. Certo fra i migliori prodotti italiani di quest'anno con bravissimi attori ma alla fine sembra che così come all'autore anche al regista siano venute a finire le idee e allora bunga bunga, si parte di riempitivi modello film commedy americani.

Interessante è comunque il film sia sotto il punto di vista del location placement che del product placement (anche in questo caso furbo). Così Milano diventa quasi irreale sia vuota e con i suoi colori saturi, quasi fosse la Parigi di Amelie, sia nella panoramica notturna sulle note di Chopin con tutte le persone che lavorano per tenerla viva. Una Milano da vivere e da bere che fa venir voglia di venirci a vivere, se non fossimo già in quella reale.

Oltre al location anche il product placement è fra i migliori visti in Italia. Almeno 3 marche passano l'esame: Intimissimi per la capacità di integrarsi a seconda degli stili, Hummer per il paradosso con la madre e, soprattutto, Dash. Da notare che Dash non è presente nel film. E allora?

La risposta è semplice e arriva dalla sceneggiatura: perchè l'autore è ricco e può permettersi di non fare niente nella vita?

Semplice perchè il padre è l'inventore della pallina per lavatrice e "ogni volta che ne comprate una contribuite al mio benessere". Lo dice Ezio allo spettatore mostrando la pallina all'ospedale come se ne fosse il testimonial. E di chi è testimonial Fabio De Luigi nella realtà? Dash e le varie versioni con o senza pallina. Mai frase fu più azzeccata. Senza citare il la marca si arriva alla connessione. Grande e furbo product placement, certo limitato nel tempo e nello spazio, però al momento il migliore del film.

JMN

Riferimenti Dy's Group

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